Più personale, più spazi, più tempo, più risorse, più chiarezza. Sono ancora tante le incognite sulla ripresa, in sicurezza, del nuovo anno scolastico, mentre al 14 settembre, giorno stabilito per la ripresa delle lezioni, mancano ormai poco più di due mesi. A mettere in fila le criticità ancora irrisolte, è un dossier diffuso ieri dalla Cisl Scuola, all’indomani dell’ultimo incontro al ministero sull’aggiornamento del documento di sicurezza del Comitato tecnico scientifico.
Metro statico in classe
Gli esperti hanno chiarito che il metro di distanza tra le “rime buccali” è da considerarsi “statico”, cioè con gli alunni seduti al banco, mentre tra allievi e docenti dovrà essere mantenuta una distanza di almeno due metri lineari. «Quella immaginata – si legge nel documento della Cisl Scuola – è però una disposizione degli spazi che ha ben poca rispondenza con la realtà dell’attività scolastica. Come tutti sanno, raramente i docenti sono fermi dietro la cattedra durante le lezioni e questo è ancor meno vero per i docenti di sostegno. Va dunque chiarito come posizionare gli alunni che hanno bisogno della vicinanza fisica dell’insegnante o di personale assistente».
I grandi in classe fino alle 15?
Per garantire ingressi scaglionati e consentire agli studenti di poter continuare ad utilizzare i mezzi pubblici per il trasporto, al tavolo ministeriale è stato anche ipotizzato di prevedere turni scolastici, alle superiori, dalle 10 alle 15. «Si tratta di ipotesi che non appaiono sostenibili nell’organizzazione della giornata scolastica e che impegnerebbero gli alunni in modo del tutto inopportuno», prosegue il dossier del sindacato.
Precari sotto pressione
Sul regolare avvio del nuovo anno, osserva la Cisl Scuola, pesa come un macigno l’incognita del personale, con «l’enorme numero di posti vacanti» che a settembre dovranno, come sempre, essere coperti dai precari. Una categoria «evidentemente poco amata» dal Ministero, sottolinea la segretaria generale, Maddalena Gissi, in un duro comunicato sul concorso straordinario per 32mila posti della scuola secondaria, le cui domande dovranno essere presentate entro il 10 agosto. Periodo in cui, osserva Gissi, i precari «sono chiamati a rinnovare le proprie graduatorie di istituto ». Una procedura che, ricorda la sindacalista, riguarderà almeno un milione di persone. «Era proprio il caso, quindi, di sovrapporre i termini di presentazione delle graduatorie con la calendarizzazione delle domande del concorso straordinario? », chiede Gissi.
Servono almeno 40mila classi
Le settimane che ci separano dalla ripresa dell’attività, dovranno essere impiegate per mettere a norma gli edifici scolastici secondo i nuovi standard di sicurezza anti-Covid e a questo obiettivo tende anche il protocollo siglato in questi giorni da sindacati delle costruzioni, ministeri dell’Istruzione e delle Infrastrutture, Anci (Comuni) e Upi (Province). L’urgenza è trovare posto al milione e 200mila alunni (pari al 15% del totale) che dovranno essere collocati fuori dagli edifici scolastici. «Restano fuori almeno 40mila classi », avverte il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
Ancora lezioni a distanza?
E se gli spazi non ci fossero? «Spetta al Ministero stabilire cosa devono fare i dirigenti scolastici qualora l’ente locale non sia in grado di operare tale reperimento – ricorda il capo dei presidi –: parte degli alunni sarà impegnato in attività a distanza? E quanta parte dell’orario curricolare potrà essere erogata a distanza? Si potrà ridurre la durata dell’unità di lezione senza necessità di recupero? La risposta a tali domande deve arrivare al più presto – riprende Giannelli – e deve essere fornita dal legislatore, in quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni e comporta la modifica del quadro ordinamentale. Non si può certo pensare di lasciare la soluzione di tali criticità all’autonomia scolastica che è finalizzata a costruire le migliori condizioni per il successo formativo degli alunni e non certo a garantire le condizioni di sicurezza di lavoratori e studenti».
Paolo Ferrario
Avvenire, 12 luglio 2020