«Mi sembra che tutti abbiamo un desiderio di bene, di città dove si viva tranquilli. Qualche volta pensiamo che questo sogno sia un frutto realizzato dalle Istituzioni, mentre si costruisce la città con misure virtuose praticabili da ognuno. C’è sempre spazio per quella percentuale che costituisce il patrimonio condiviso. Semmai mi meraviglia che sia rilevata così poco la pratica ordinaria del bene, per cui l’immagine che si ha è che la metropoli sia segnata solo da problemi, ma sono ammirato di Milano e della Lombardia». Dice così monsignor Mario Delpini nella grande Sala 'Orlando' della sede Confcommercio di Milano gremita presenti tantissimi giovani delle scuole. accolto dal presidente Carlo Sangalli.
«Il nostro Dna è quello di una forza popolare fortemente aperto ai giovani, per cui presentiamo un progetto nuovo», dice Sangalli. Che aggiunge: «Dedicare anche solo una piccola parte del nostro tempo al bene, al volontariato, agli altri, è il migliore investimento. Perché fare del bene fa bene».
L’iniziativa promossa da Confcommercio, Arcidiocesi e Caritas ambrosiana è, infatti, importante: 'Dieci volte tanto', il suo titolo. L’idea è semplice e vincente: a partire dall’anno scolastico 2018-2019, consentirà agli studenti degli istituti superiori di sperimentare la pratica della 'decima', scelta proposta a tutti da Delpini nel 'Discorso di Sant’Ambrogio'. La decima parte delle ore di alternanza verrà così destinata a impegni curati da enti del volontariato e del Terzo settore. Una decima che si attesta sulle 20 ore per i Licei e 40 per gli Istituti tecnici.
«Occorre un senso di tessitura di rapporti nel segno della cordialità, questo mi sembra il compito di un negozio ben gestito», scandisce Delpini che ricorda la zia Carla e lo zio Nino, impegnati nella tabaccheria del suo paese di origine. «La seconda parola è immaginare il futuro, guardare avanti».
E, infine, una terza indicazione: resistere al male che si insinua sempre. «Un tessuto sociale sano deve far sentire protetto il cittadino: il bene produce bene e questo è un dovere di tutti, ma chi ha la 'regia', chi governa, deve sentire una particolare responsabilità ». «È decisivo, per la società, partire dai giovani, perché se non lo fa è destinata a chiudersi », conclude Delpini. «Oggi dobbiamo aiutare questa generazione a risvegliarsi nella pienezza, perché l’immagine minacciosa che noi adulti tendiamo a delineare, con una seminagione di allarmi, rischia di mortificarli. Devono, invece, avere la persuasione di poter dare un futuro alla città, aggiustando le cose».
Un ultima parola è sul 'lamentarsi'. «Almeno i cristiani dovrebbero sapere che è proibito lamentarsi». E scatta l’applauso soprattutto degli studenti, prima che a Delpini arrivi anche un significativo dono, una bicicletta sulle note di un famoso brano di un film di don Camillo che, in sella, supera Peppone.
I ragazzi coinvolti: «Esperienze stimolanti, luoghi privilegiati per fare relazione»
Sembra ancora più giovane dei suoi 17 anni, minuta com’è, ma appena sale sul palco della grande sala Orlando della Confcommercio, dove si svolge l’incontro-dialogo con l’arcivescovo, si capisce subito che di forza ne ha da vendere. Sofia Tolipano, una tra i moltissimi coetanei che ha sperimentato l’alternanza Scuola-Lavoro, parla veloce - l’emozione la tradisce appena un poco - ma quello che vuole comunicare è chiarissimo. Frequenta il liceo scientifico, ma «fin da piccola», ha avuto una vera passione per capire come funzioni il corpo umano, perché ci si ammali e, soprattutto, sulle possibilità di aiutare le persone nella guarigione. Ovvio, quindi, che appena le si è presentata l’occasione, abbia accettato quella che definisce «un’esperienza particolarmente stimolante di alternanza». Tre mesi impegnata presso l’ospedale di Vizzolo Predabissi nel reparto di Anatomia patologica che si occupa di analizzare tessuti organici. «Ho potuto incontrare i medici, il personale e i degenti, incrementando le mie conoscenze e ho anche riflettuto su questioni come la malattia e la salute», racconta, spiegando come ora sia anche volontaria della Croce Rossa di San Donato Milanese. Come a dire: «da cosa nasce cosa, dal bene viene sempre altro bene».
Dario Seveso fa il volontario della Caritas ambrosiana all’Emporio solidale di Garbagnate, «un luogo privilegiato per fare relazione ». Il momento della spesa quotidiana, infatti, al di là del gesto concreto, è divenuto – come tiene a sottolineare Dario – «un’occasione per affrontare questioni di più ampio respiro, come non sprecare le poche risorse che si hanno a disposizione, gestendo al meglio l’economia delle famiglie che si trovano in difficoltà».
Annamaria Braccini
Avvenire, 5 maggio 2018