UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, la sfida della qualità

Eduscopio pubblica le graduatorie di licei e istituti tecnici che preparano meglio all’università
11 Novembre 2021

«Due anni scolastici a distanza hanno reso più consapevoli tanti genitori dell’importanza della scuola e, di conseguenza, di quanto sia decisiva una scelta delle superiori più accurata». Forse è un po’ poco per dire che «ne usciremo migliori», ma anche questa osservazione del direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, può senz’altro rientrare tra le «cose che sono cambiate (in meglio)» con la pandemia. Per aiutare figli e genitori nella scelta del percorso delle scuole superiori, da oggi è online la versione 2021 di Eduscopio. it, il portale che la Fondazione torinese, dal 2014, mette gratuitamente a disposizione delle famiglie.

Nel sito sono riportate, divise per città, le “classifiche” dei licei e istituti tecnici che meglio preparano all’università e degli istituti tecnici e professionali che più sono capaci di preparare gli studenti al successivo ingresso nel mondo del lavoro. «Dalla nascita a oggi – si legge in una nota della Fondazione Agnelli – circa 2,1 milioni di utenti unici hanno visitato il portale, consultando oltre 10,1 milioni di pagine, numeri che testimoniano la grande domanda di informazione e trasparenza da parte delle famiglie sulla qualità delle scuole superiori».

Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato complessivamente i dati di 1.267.000 diplomati italiani di 7.500 scuole in tre successivi anni scolastici (2015/2016, 2016/2017, 2017/2018). Per quanto riguarda licei e istituti tecnici, i ricercatori hanno seguito più di 700mila diplomati nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici, 2015/16, 2016/17, 2017/18). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta, sono state tratte indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza, espressa in sintesi nell’Indice Fga: l’indicatore pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).

Secondo questo criterio, a Milano, per esempio, il liceo classico che meglio prepara all’università è il paritario “Sacro Cuore” (già in testa in Eduscopio 2020), seguito dagli statali “Giovanni Berchet” e “Giulio Casiraghi” di Cinisello Balsamo. Per i Licei Scientifici si conferma il podio dello scorso anno: “Leonardo da Vinci” primo, “Alessandro Volta” secondo e “Vittorio Veneto” terzo. Cambio al vertice, invece, tra i Licei Classici di Roma: al primo posto l’“Ennio Quirino Visconti” scalza il “Torquato Tasso” (secondo) con il “Vittorio Emanuele II” sul terzo gradino del podio. Il Liceo Scientifico migliore della Capitale si conferma l’“Augusto Righi”. Per “misurare”, invece, la capacità degli Istituti tecnici e professionali sono stati analizzati gli esiti lavorativi di più di 550mila diplomati. Due gli indicatori utilizzati: la percentuale dei diplomati “occupati” (che hanno lavorato per più di sei mesi in due anni dal diploma) in rapporto ai diplomati che non si sono immatricolati all’università; la coerenza tra studi fatti e il lavoro svolto.

Sotto questo aspetto, il miglior Istituto tecnico economico di Milano (entro un raggio di 10 chilometri) è il “Primo Levi” di Bollate, con il 73% di diplomati occupati, mentre tra gli Istituti tecnici tecnologici svetta il “Giovanni Giorgi” di Milano (81% di diplomati che lavorano). Per Roma, invece, il “Croce Aleramo” il migliore Istituto tecnico economico (67% diplomati occupati), con il “Michael Faraday” al primo posto tra i Tecnici tecnologici, con il 63% di occupati. Con il 59% di ex-studenti che hanno trovato un lavoro, il paritario “Safi Elis” condivide il primo posto tra gli Istituti professionali dei servizi, con il “Tor Carbone”.

L’emergenza Covid, osservano i ricercatori della Fondazione Agnelli, ha rallentato l’ingresso nel mondo del lavoro dei diplomati 2018. «Se negli anni precedenti all’emergenza sanitaria – prosegue la nota della FA – l’indice di occupazione risultava in crescita sostanzialmente in tutti gli indirizzi di studio di molte regioni, oggi tale indice registra una sensibile riduzione proprio per i diplomati nell’a.s. 2017/18. Rispetto ai loro compagni di scuola di un anno più vecchi il calo è di circa 8 punti percentuali per i diplomati tecnici e professionali del Nord-Est (dove i livelli di occupazione dei diplomati a due anni erano più alti, sopra il 70%), fra 7 e 8 punti nel Nord-Ovest e intorno a 7 nel Centro. La riduzione è inferiore - 5 punti percentuali - nel Sud e Isole, dove però i livelli occupazionali dei neodiplomati sono già in partenza notevolmente più bassi, al di sotto del 40%».

Paolo Ferrario

Avvenire, 11 novembre 2021