Se gli studenti di una classe sono tutti vaccinati anche con la seconda dose, oppure posseggono il certificato di guarigione, le lezioni saranno in presenza e senza mascherina. È l’ipotesi a cui sta pensando il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Sarebbe un’altra disposizione da aggiungere alle misure approvate giovedì dal governo che dovrebbero portare comunque a un’apertura dell’anno scolastico, il 13 di settembre, in piena sicurezza. Ma non senza polemiche e una diffusa rabbia da parte del corpo docente. I sindacati sono già sul piede di guerra: chiedono regole chiare, senza spazi di interpretazione e un protocollo che disciplini nei dettagli l’applicazione dei provvedimenti, la cui responsabilità peserà soprattutto sulle spalle dei dirigenti.
Il pacchetto del governo
Green pass obbligatorio per insegnanti e personale Ata ma anche per chi frequenta l’università. E, inoltre, distanziamento di almeno un metro nelle aule (salvo eccezioni) e dispositivi di protezione delle vie respiratorie obbligatori per tutti gli studenti, tranne gli alunni delle infantili e i soggetti che presentano patologie incompatibili con il loro utilizzo. E se un prof o un amministrativo non esibisce la certificazione vaccinale? Non entrerà a scuola e la sua assenza sarà «ingiustificata ». E per i più “recalcitranti”, dopo cinque giorni di mancata risposta, il rapporto di lavoro verrà sospeso senza retribuzione «nè altro compenso o emolumento». Controlli e verifiche (non sempre facili, soprattutto negli istituti più “popolosi”) spetteranno ai presidi.
I dubbi dei sindacati
“Carta verde” obbligatoria, dunque, prevede la bozza del decreto, per tutti gli operatori della scuola e a sole quattro settimane dall’inzio delle lezioni. «L’obbligo è una misura giusta, perché bisogna evitare la didattica a distanza » commentano i capi d’Istituto. Una norma destinata però a gettare su di loro nuove incombenze. «Penso, per esempio, alle supplenze: bisognerà capire se chi sostituisce un insegnante durante l’anno è vaccinato o no oppure se ha fatto un tampone di recente, rispettando al tempo stesso le graduatorie» afferma il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, secondo il quale «occorrerà aiutare le scuole a organizzarsi».
Anche per lo Snals di Elvira Serafini il Piano scuola «scarica le responsabilità sugli istituti» in quanto «prevede raccomandazioni ma poche indicazioni precise ». Il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio, ritiene «illogico fissare l’obbligo vaccinale per il personale scolastico ma non per la ben più nutrita platea studentesca, considerato che, al contrario dell’ambito sanitario, sono gli studenti a costituire un potenziale veicolo di contagio per gli insegnanti e non viceversa».
Uil Scuola chiede soluzioni per i lavoratori fragili «che al momento sono scoperti e rischiano più degli altri lo stipendio e il licenziamento ». I Cobas ritengono «inaccettabile l’obbligo vaccinale » e chiedono tamponi gratuiti per tutti gli addetti al settore, perché chi non si immunizza dovrà fare circa 100 test in un anno, spendendo di tasca propria tra i 2mila e i 4mila euro.
Ma i presidi chiedono garanzie
Nonostante tutto, i dirigenti scolastici sono stati da subito favorevoli al Green pass, senza escludere l’obbligo di vaccinazione pur di garantire la ripresa delle lezioni scolastiche in presenza, l’obiettivo di tutti. Ora però «va definito un protocollo di sicurezza aggiornato, basato su chiare disposizioni del Cts, che definisca in modo operativo per le scuole le modalità in cui vanno applicate le disposizioni del Consiglio dei ministri e, conseguentemente, vengano assegnate alle scuole le risorse necessarie ». Lo dice il Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità. Sulla stessa lunghezza d’onda è il presidente Anp (Associazione nazionale presidi), Antonello Giannelli, il quale chiede che il Protocollo di sicurezza su cui si sta lavorando rechi una serie di misure chiare, «da applicare senza difficoltà e che non lascino spazio interpretativo, tenendo conto che attualmente non tutte le aule scolastiche consentono il distanziamento e che ancora resta l’obbligo di mascherina».
La ripartenza secondo il ministro
Bianchi ha sottolineato che «il mondo della scuola è quello che ha reagito di più e più prontamente all’appello alla vaccinazione» e ringrazia l’85% del personale scolastico che si è vaccinato. E per rassicurare docenti, presidi, famiglie e studenti ricorda: «Abbiamo stanziato oltre 2 miliardi per il rientro in sicurezza compresi 270 milioni per l’edilizia scolastica leggera e l’affitto di spazi ulteriori per la didattica. Fondi che distribuiremo, per la prima volta, tenendo conto in via prioritaria della quantità di alunni presenti e delle classi numerose ». Le scuole riceveranno inoltre un apposito Piano operativo predisposto dal Ministero, approvato in Conferenza Unificata, insieme al Protocollo di sicurezza. Somministrazione dei pasti, cura degli ambienti, la conferma della figura del referente Covid, le regole relative all’educazione fisica, all’utilizzo delle palestre, alle assemblee studentesche, a studentesse e studenti con disabilità sono alcuni dei temi toccati dal Piano che consente alle scuole di organizzare le loro attività per il prossimo anno e tiene conto delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico del 12 luglio.
Fulvio Fulvi
Avvenire, 7 agosto 2021