«Desidero ascoltare con cura e attenzione tutte le componenti della scuola, per affrontare il lavoro insieme, nel rispetto dei ruoli». Vista la mole dei dossier che si è ritrovato sulla scrivania, di certo non mancheranno le occasioni di confronto, al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che ieri ha inviato un messaggio per la fine dell’anno scolastico e l’inizio degli Esami di Stato. Il problema più scottante e urgente da risolvere è senz’altro quello dei diplomati magistrali, oltre 50mila maestre di scuola materna ed elementare diplomate entro l’anno scolastico 2001-2002, che una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre, ha escluso dalle Graduatorie a esaurimento e dal ruolo. Di queste, 6.669 sono state assunte a tempo indeterminato, con riserva, dopo aver superato l’anno di prova.
Da sei mesi queste lavoratrici attendono di conoscere il proprio destino e, tra le ipotesi circolate in queste ore, c’è anche quella di un decreto del ministro Bussetti, per arrivare a una sorta di “sanatoria”. «Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa», precisa una nota del Miur, che dovrebbe presentare un’ipotesi di soluzione del caso la prossima settimana.
Mercoledì prossimo anche il Partito democratico avanzerà una proposta con la senatrice Simona Malpezzi, che presenterà la proposta di legge “Disposizioni in materia di contrasto alla povertà educativa e di reclutamento per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria”, che prevede «un piano di assunzioni e regole di reclutamento in grado di risolvere il problema dei diplomati magistrali e di garantire i diritti di tutti gli insegnanti coinvolti». L’ipotesi più accreditata dalle parti di viale Trastevere è quella di un decreto per la formazione di una graduatoria ad hoc nella quale inserire sia i diplomati magistrali sia i laureati in Scienze della formazione primaria, che vi accederebbero senza concorso. Una soluzione che non piace agli Insegnanti uniti nel merito, che rappresentano gli oltre 110mila docenti del Coordinamento nazionale vincitori concorso scuola 2016, del Comitato tutela Gae infanzia e primaria e del Coordinamento Scienze della Formazione primaria nuovo ordinamento. «Non possiamo credere – si legge in una nota – che i nostri diritti e aspettative possano essere calpestati dall’ennesima sanatoria priva di selezione». Per la «riforma dell’attuale sistema di gestione delle graduatorie a esaurimento» propende il sindacato autonomo Anief, che ha già presentato un reclamo collettivo al Parlamento europeo contro il precariato degli insegnanti e, proprio ieri, ha ottenuto dal Tribunale del lavoro di Bologna, un maxi-risarcimento di 100mila euro a favore di tre docenti che avevano superato i 36 mesi di contratti a termine senza essere stabilizzati dal Ministero.
Sul tavolo di Bussetti anche le richieste dei dirigenti scolastici, a partire dalla «più celere conclusione del concorso», scrive il presidente dell’associazione Disal, Ezio Delfino, in una lettera inviata al ministro. «Dal prossimo anno scolastico, quasi la metà delle scuole avranno un dirigente in reggenza di un secondo istituto oltre quello di titolarità», ricorda il preside, che chiede «una misura provvisoria che, superando l’istituto della reggenza, consenta fin dal 1° settembre la guida degli istituti scolastici privi di dirigente titolare, proprio al fine di salvaguardarne l’autonomia, principio riconosciuto dalla stessa Costituzione».
Al primo punto delle richieste al neo-ministro, l’Associazione nazionale presidi (Anp), mette invece «la situazione di inadeguatezza degli edifici scolastici ». Secondo il Rapporto 2017 di Legambiente, infatti, il 41% delle scuole, pari a 15.055 edifici, si trova in area sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti forti o fortissimi e il 43% di questi risale a prima del 1976, quando è entrata in vigore la normativa antisismica. Complessivamente, oltre il 60% delle scuole italiane è stato costruito prima del ’76 e il 43,8% avrebbe bisogno di interventi urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Paolo Ferrario
Avvenire, 9 giugno 2018