UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola e trasporti, Regioni in pressing

È scontro sulla Didattica a distanza
13 Ottobre 2020

«La salita degli alunni avverrà evitando alla fermata un distanziamento inferiore al metro e avendo cura che gli alunni salgano sul mezzo in maniera ordinata, facendo salire il secondo passeggero dopo che il primo si sia seduto». Per misurare la distanza tra le intenzioni dettate dall’articolo 16 delle “Linee guida per il trasporto scolastico dedicato”, individuate dal ministero dei Trasporti e la realtà di tutti i giorni, basta passare in orario di punta da qualsiasi fermata di autobus di qualunque città italiana. Ragazzi ammassati sul marciapiede e mezzi già pieni su cui tutti cercano di salire per non arrivare tardi a lezione. E lo stesso avviene al rientro a casa.

«Fissare all’80% il limite massimo di capienza dei bus è stato rischioso», ammette la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, un mese dopo l’avvio delle lezioni in presenza. Perché il problema non è ciò che avviene “dentro” la scuola, dove i contagi, secondo il Ministero dell’Istruzione, riguardano 2.348 studenti, pari allo 0,037% del totale, 402 docenti (0,059%) e 144 non docenti (0,079%). La questione riguarda ciò che succede “fuori” dalle aule e cioè, per dirla con il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, la necessità di «mantenere tutta la filiera della sicurezza fino a casa». Mezzi pubblici compresi.

Per «un confronto sulle misure di contenimento dei contagi», la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha convocato per domani le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto pubblico locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi. E dalle Regioni arriva la proposta al governo di reintrodurre la Didattica a distanza per togliere gli studenti da bus e treni. Una richiesta respinta al mittente: «Non è prevista la didattica a distanza, neppure per le Superiori», replica l’esecutivo, al termine della riunione del premier Conte con i capi delegazione della maggioranza.

Secondo un sondaggio di Skuola. net su un campione di 3.800 allievi di medie e superiori, soltanto il 10% viaggia mantenendo il distanziamento fisico. Per il 47%, invece non si sta proprio attaccati ma comunque «molto vicini», mentre per il 43% è praticamente impossibile conservare la distanza di sicurezza tra i passeggeri. Nove studenti su dieci, insomma, viaggiano ad alto rischio contagio. Il 40% dichiara poi di essere costretto ad arrivare a scuola «molto prima» dell’effettivo orario di inizio, perché le aziende di trasporto locale non hanno rivisto gli orari delle corse sulla base degli ingressi scaglionati, decisi delle scuole, proprio per evitare gli assembramenti in ingresso e in uscita.

Ieri a scendere in piazza per chiedere un servizio di trasporto più sicuro sono stati gli studenti di Colleferro, in provincia di Frosinone, dove almeno cento ragazzi sono costretti a viaggiare in piedi tutti i giorni. La settimana scorsa, proteste si sono verificate a Vicenza e Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, mentre il presidente di Stp Brindisi, Rosario Almiento, ha scritto una lettera al governatore della Puglia, Michele Emiliano, sollecitando l’aumento della Didattica a distanza proprio per togliere dai mezzi gli studenti più grandi.

La stessa “ricetta” è stata individuata, ieri pomeriggio, dai Presidenti delle Regioni, anch’essi intenzionati a chiedere un incremento della Dad. Un’idea subito respinta da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. «Anche alla luce delle polemiche dei mesi scorsi – ricorda – non mi pare questa una ragione sufficiente per reintrodurre la Dad. Ci si poteva pensare prima, potenziando i mezzi di trasporto a disposizione».

Tra le altre misure anti-contagio che dovrebbero essere inserite nel nuovo Decreto del premier Conte, c’è anche lo stop alle gite scolastiche, alle attività didattiche fuori sede e ai gemellaggi tra le scuole. Sulla questione trasporti torna il presidente della commissione Cultura e Istruzione del Senato, Riccardo Nencini. «Sarebbe stato necessario spalmare su fasce orarie più lunghe le partenze dei servizi di trasporto – scrive su Facebook –. Mi chiedo perché ancora non sia stato fatto».

Perché servirebbero più mezzi che oggi non ci sono, risponde, indirettamente, Andrea Gibelli, presidente di Asstra, l’associazione delle aziende che rappresenta il 95% del trasporto urbano. «Oggi – spiega Gibelli – il 100 per cento dei mezzi è fuori, in servizio. Per potenziare il trasporto nelle ore di punta servirebbero mezzi che non abbiamo. La soluzione potrebbe essere il sub-affidamento del servizio alle società di trasporto turistico, ma servirebbe un impegno economico, da parte del governo, di almeno 500 milioni di euro. Risorse da destinare alle aziende che, in questo modo, potrebbero sub-affidare le corse aggiuntive».

Gibelli non ci sta a passare per il capro espiatorio di una situazione che comincia a diventare esplosiva. «Già ad aprile avevamo lanciato l’allarme e poi, di nuovo, a luglio – ricostruisce il presidente di Asstra –. Ci hanno risposto soltanto a settembre, quando sono state presentate le disposizioni di governo e Cts che noi stiamo puntualmente applicando».

Paolo Ferrario

Avvenire, 13 ottobre 2020