UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, divide il rientro “a rotelle”

Ritorno in classe alle superiori. Dal Ciai appello alla Garante: la Dad fa male
2 Febbraio 2021

Con il rientro in classe di un altro milione di studenti delle superiori di sette regioni (Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia), si è completata ieri la laboriosa ripresa delle lezioni in presenza anche per gli alunni del secondo ciclo, in una quota compresa tra il 50% e il 75% del totale. All’appello mancano, però, ancora le superiori della Sicilia, che rientreranno soltanto lunedì prossimo. Nelle altre Regioni le lezioni in presenza erano già riprese, anche se con qualche difficoltà: i primi a tornare a scuola, il 7 gennaio, erano stati gli studenti delle Province autonome di Trento e Bolzano; l’11 gennaio i ragazzi della Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo; il 18 gennaio di Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Molise; infine, il 25 gennaio, avevano ripreso Lombardia, Liguria, Marche, Umbria e Campania, ma solo le medie. «In queste settimane, dove si è aperto per primi, i contagi sono rimasti stabili – ha commentato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina –. È un elemento che conforta, ma l’attenzione deve rimanere molto molto alta. La scuola va protetta anche fuori dalle aule. E questa è una responsabilità di tutti».

L’ottimismo della ministra si scontra, però, con la realtà di tanti territori, dove i sindaci sono stati costretti a richiudere le scuole, proprio per la ripresa dei contagi. In Umbria lezioni in presenza sospese, da oggi e fino al 14 febbraio, in tutte le scuole di Perugia e altri 31 comuni, dopo un vertice tra Regione e Anci. «La ministra Azzolina attesta che dove la scuola è riaperta, i contagi sono stabili. In realtà dai numeri del ministero della Sanità, da noi rielaborati, emerge tutt’altro: mentre il trend medio italiano è in calo, i contagi crescono proprio dove le scuole sono state riaperte», si legge in una nota dell’Unsic, sindacato datoriale che da settembre monitora la situazione epidemiologica delle scuole italiane. «In Toscana, ad esempio, si è passati dai 2.901 contagi complessivi della settimana 11-17 gennaio, quella della riapertura, ai 3.597 di quella 25-31 gennaio appena conclusa, con un numero abbastanza analogo di tamponi», prosegue l’Unsic. In Veneto, il governatore Luca Zaia ha annunciato ieri che, col via libera del Cts regionale partirà, nei prossimi giorni, un monitoraggio periodico nelle scuole superiori per valutare l’andamento del Covid tra gli studenti, gli operatori e gli insegnanti.

Intanto, sempre in Veneto scoppia il “caso” dei cosiddetti banchi a rotelle, dopo che in diverse scuole sono stati messi in soffitta perché ritenuti dannosi per la schiena degli studenti. L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, ha avviato «una ricognizione sul numero, utilizzo ed eventuali danni posturali dai banchi a rotelle», mentre dalla struttura del commissario Domenico Arcuri ricordano che i «banchi forniti sono ovviamente certificati e non viene mai chiesto ai dirigenti scolastici di certificare i banchi stessi». Durissima la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: «La scuola ha bisogno di altro e questa è soltanto una scusa per non parlare dei veri problemi». Infine, mentre il comitato “A scuola” di Milano, con un team di psicologi, ha lanciato un sondaggio online tra i ragazzi sul «disagio da isolamento provocato dalla didattica a distanza », dal Centro italiano aiuti all’infanzia (Ciai), arriva l’allarme sui danni della Dad all’equilibrio psicofisico e al benessere dei ragazzi. «La situazione è molto seria e va presa immediatamente in considerazione, a tutti i livelli», conferma Mario Chistolini, direttore scientifico dell’associazione, che ha lanciato un appello alla Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti.

Paolo Ferrario

Avvenire, 2 febbraio 2021