UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, dentro il pianeta dispersione

Uno su quattro a rischio abbandono
22 Gennaio 2021

Il coronavirus sta provocando anche una pandemia educativa. Un minore su due ha difficoltà a seguire la didattica a distanza, uno su quattro rischia di abbandonare la scuola. A lanciare l’allarme è la Comunità di Sant’Egidio, sulla base di un’indagine svolta tra quasi tremila ragazzi che frequentano in Italia le 'scuole della pace', i centri pomeridiani di sostegno scolastico, integrazione ed educazione gestiti dai volontari. Per questo è urgente mettere in campo contromisure, è la richiesta della Comunità: recuperare il tempo perso posticipando la data di chiusura, anticipare l’inizio del prossimo anno, formare 'facilitatori scolastici' che supportino le famiglie più fragili. L’inchiesta è stata realizzata nell’ambito del progetto “Valori in circolo”, selezionato da 'Con i Bambini' nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

La ricerca è stata condotta in 23 città italiane su un campione di 2.799 minori delle scuole elementari e medie che frequentano 79 scuole della pace di Sant’Egidio. L’allarme per una forte crescita dell’abbandono scolastico è condiviso da molte realtà del non profit. All’inizio del mese anche Save The Children – in un sondaggio tra i liceali commissionato a Ipsos – affermava che il 28% degli studenti delle superiori dichiara come almeno un compagno di classe dal lockdown di primavera ad oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni. Un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi assenti dalla didattica a distanza (Dad). Save the Children stima che circa 34mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado potrebbero aggiungersi a fine anno ai ragazzi cronicamente dispersi anche prima della pandemia.

Lo studio di Sant’Egidio punta i riflettori sulla scuola dell’obbligo: presentato dall’economista Stefano Orlando, prova a calcolare quanto peseranno sulla formazione dei ragazzi lockdown e riduzioni di orario. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, spiega che «l’Italia ha chiuso per più tempo le scuole: 18 settimane, rispetto alle 14 in media degli altri paesi Ocse. Nel nostro Paese dunque il Covid ha peggiorato una situazione già grave».

Con l’inizio del nuovo anno a settembre, infatti, il 4% dei minori non è tornato in classe e più del 20% ha accumulato un numero eccessivo di assenze. Un ragazzo su quattro, quindi, è a rischio di dispersione scolastica, una piaga già prima del Covid stimata al 13,5% in Italia, il dato più alto in tutta Europa. Al Sud, la situazione è ancora più grave: 1 bambino su 3 rischia di abbandonare gli studi. I dati riferiti da Sant’Egidio probabilmente sottostimano la reale situazione, perché raccolti all’interno delle 'scuole della pace', dove i minori hanno comunque un supporto, anche ricevendo in dotazione di pc e tablet per seguire la Didattica a distanza.

Per questo la Comunità presenta 10 proposte per colmare subito le ricadute formative. Al primo punto il recupero effettivo delle ore perse per l’emergenza, con l’ipotesi di farlo d’estate; secondo, il prolungamento della scuola fino a fine giugno o metà luglio, perché, dice Impagliazzo, «la pausa estiva è troppo lunga»; terzo, anticipare l’inizio del prossimo anno scolastico al 1° settembre; quarto, stabilizzare l’iscrizione dei bambini sul sito del ministero anche oltre scadenza del 25 gennaio, perché «tante famiglie che hanno problemi per capire come funziona l’iscrizione poi si rivolgono alla scuola del quartiere e spesso è accaduto che le scuole dicessero no ai ritardatari». Al quinto punto, recuperi estivi per tutte le carenze censite; sesto, miglioramento delle azioni di recupero dell’abbandono con la formazione di insegnanti ad hoc; settimo punto: «Come i navigator per il mondo del lavoro, vorremmo venisse introdotto il 'facilitatore scolastico', perché nessun bambino rimanga indietro»; ottavo, risorse a favore della scuola dell’infanzia; nono, «introdurre l’obbligatorietà della scuola materna dai 3 ai 6 anni, come in Francia, per cominciare a evitare la dispersione fin dall’inizio». Decimo, una vasta campagna di prevenzione del Covid 19.

Luca Liverani

Avvenire, 22 gennaio 2021