UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola della pace, porte aperte per gli alunni più vulnerabili

Comunità di Sant’Egidio a Ostia, non si ferma l’impegno avviato nel periodo della chiusura delle scuole
15 Aprile 2021

Ogni mattina, nei giorni di zona rossa, ha aperto le sue porte a sette bambini della scuola primaria, offrendo loro la connessione e gli strumenti tecnologici per seguire le lezioni. È la Scuola della pace di Sant’Egidio a Ostia, con sede a via Baffigo, la prima ad attivarsi per accogliere, nel rispetto delle regole anti-Covid, gli studenti più vulnerabili, penalizzati dalle difficoltà di accesso alla Dad. Ad affiancarli nelle lezioni la mattina e nell’aiuto compiti il pomeriggio, un gruppo di volontari, molti dei quali giovani. Come Sofia, 20 anni, studentessa di Giurisprudenza: «Ho iniziato con l’alternanza scuola-lavoro e da allora non sono più riuscita ad andar via – racconta –. L’amicizia è il sentimento che più mi lega a questi bambini, sempre più scoraggiati e segnati dalla difficoltà non solo di rimanere attenti, ma anche di interagire. Nessuno di loro può essere lasciato solo, né oggi né domani».

Anche in seguito alla riapertura dei diversi istituti, l’impegno della Scuola della pace di Ostia proseguirà: «Continueremo, sia qui che nelle altre sedi, due volte a settimana con il nostro tradizionale dopo-scuola rivolto ai bambini e ragazzi delle medie e incentrato non solo sul sostegno scolastico, volto a sanare eventuali lacune, ma anche su attività laboratoriali di educazione alla pace, alla solidarietà e alla cittadinanza attiva – spiega Stella Cervogni, coordinatrice delle trenta Scuole della pace di Roma –. Resta poi fondamentale anche il supporto e la consulenza alle famiglie, soprattutto in questo tempo così difficile». Un modus operandi, questo, che contrasta il rischio di dispersione scolastica e il disagio che i più piccoli e giovani stanno vivendo a causa del Covid. «In questi mesi ci siamo attivati su tutta Roma con interventi diversi a seconda dei bisogni incontrati – conclude Cervogni –. L’obiettivo però resta sempre lo stesso: non lasciare mai indietro nessuno».

Mariaelena Iacovone

Roma Sette, 4 aprile 2021