UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, così cambia la quarantena

Impennata di contagi tra gli under 19. Le famiglie: «Basta lezioni in Dad»
4 Gennaio 2022

Verso nuove regole per la quarantena a scuola in vista della ripresa delle lezioni, prevista tra il 7 e il 10 gennaio. A breve, infatti, il governo potrebbe adottare ufficialmente le proposte avanzate dalle Regioni durante l’incontro del 31 dicembre con i ministri della Salute e dell’Istruzione, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi. Se per gli insegnanti è sempre previsto che indossino la mascherina Ffp2, potrebbe cambiare anche il sistema della quarantena in caso di positività in classe.

In particolare, le Regioni - rappresentate dal governatore del Friuli Venezia-Giulia e presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga hanno chiesto di rivedere le regole, prevedendo, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto), per i non vaccinati. Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. «Per il governo è prioritario tutelare la didattica in presenza », ha ribadito il ministro Bianchi, mentre Speranza ha nuovamente ricordato la necessità di «ridurre l’area dei non vaccinati e allargare ancora quella dei vaccinati per non sovraccaricare gli ospedali».

Un appello a «vaccinare i bambini per un rientro a scuola in sicurezza», è stato lanciato anche dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, mentre una campagna di screening in tutte le scuole mediante test antigenici rapidi di ultima generazione è stata lanciata dalla Regione Abruzzo che, per questo motivo, ha deciso di posticipare la ripresa delle lezioni dal 7 al 10 gennaio. Il provvedimento, ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione, Pietro Quaresimale, si è reso necessario alla luce dell’andamento della situazione epidemiologica. L’impennata dei casi tra i giovanissimi - il 26% dei casi totali nella popolazione è di età scolare, secondo il report dell’Istituto superiore di Sanità – spaventa anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che sui social ha lanciato la proposta di «usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire le scuole in sicurezza».

L’ipotesi di posticipare la ripresa in presenza, ricorrendo nuovamente alla didattica a distanza, è respinta con forza dal comitato “A scuola!”, composto da genitori di tutta Italia: «Sarebbe un’ennesima violazione del diritto allo studio », si legge in un comunicato. «Basta scaricare ancora una volta l’emergenza sanitaria sulle spalle dei ragazzi: le conseguenze di quasi due anni di Dad in termini di disagio psicologico sono drammatiche e ormai più che documentate », ricordano le famiglie che si battono per la scuola in presenza.

«No alla didattica a distanza come panacea per risolvere i problemi logistici della pandemia – ribadisce il comitato –. Non è accettabile che la risposta alle lunghe file per i tamponi viste in questi giorni sia la chiusura delle scuole, per di più nel momento in cui il governo dà un segnale forte verso la riconquista di una normalità sociale decidendo l’abolizione, a partire da gennaio, della quarantena per i vaccinati con booster», ricorda “A scuola!”. Che lancia un appello alla responsabilità: «Gli adulti siano responsabili e si vaccinino al più presto, per non gravare sul sistema sanitario, ai minori (peraltro in larga misura vaccinati anche loro) sia garantito sempre e comunque il diritto costituzionale all’istruzione».

Per il 2022 appena cominciato e proclamato “Anno dei giovani” dall’Unione europea, il comitato quindi chiede «al governo di continuare a ergersi a difesa degli studenti e di non lasciare all’arbitrio dei governatori il destino scolastico dei nostri ragazzi».

Infine, proprio alla luce dell’impennata dei contagi registrata nelle ultime settimane, la Legge di bilancio 2022 approvata nei giorni scorsi dal Parlamento, stanzia 400 milioni «per consentire alle scuole – si legge in una nota del ministero dell’Istruzione – di poter continuare a utilizzare il personale aggiuntivo assunto, a settembre, per l’emergenza sanitaria. La misura riguarda sia i docenti che gli Ata (Ausiliari, tecnici e amministrativi) ». I contratti, che scadevano il 30 dicembre, sono stati prorogati fino al 31 marzo.

Paolo Ferrario

Avvenire, 2 gennaio 2022