UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola contagiata dalla Dad

Sono 14 le Regioni che non ripartono da lunedì 11 gennaio
11 Gennaio 2021

Si assottiglia ulteriormente la già ridotta pattuglia di Regioni che avevano deciso di riportare in classe gli studenti delle superiori, anche se soltanto al 50%, da lunedì 11 gennaio: 14 hanno cambiato idea. E le fibrillazioni nella maggioranza si riversano sulla scuola. Alla ministra del-l’Istruzione, Lucia Azzolina, che si sente «presa in giro» dalle Regioni e dal Pd sulla ripresa delle lezioni in presenza, risponde a stretto giro il segretario dem Nicola Zingaretti: «La politica e i partiti non c’entrano nulla. Quello che conta è la vita e la sicurezza delle persone a cominciare dalla scuola».

Intanto, a Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Calabria, che hanno scelto di proseguire con la didattica a distanza almeno fino a fine mese, ieri si è aggiunta l’Emilia Romagna, che ha rinviato il ritorno in presenza al 25 gennaio, così come aveva già fatto, nella serata di giovedì, la Lombardia. Qui, ha annunciato il governatore Attilio Fontana, «partirà a breve uno screening di studenti e docenti delle scuole superiori per verificare l’incidenza del virus in questo ambito». Lezioni a distanza anche nel Lazio ancora per tutta la prossima settimana, secondo l’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Zingaretti, che prevede il rientro in classe lunedì 18. Lo stesso giorno torneranno tra i banchi gli studenti piemontesi, «compatibilmente con l’andamento dell’epidemia », precisa il governatore Alberto Cirio. Fino al 23 gennaio la Dad proseguirà anche in Umbria, dove la Regione ha deciso di applicare il principio di «massima precauzione».

Si complica ulteriormente la situazione in Calabria. Il Tar ha accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza di chiusura delle scuole elementari e medie emanata dal presidente facente funzioni, Antonino Spirlì lo scorso 5 gennaio, mentre gli effetti del provvedimento rimangono validi per le scuole superiori. Il provvedimento dispo- neva la chiusura di elementari e medie fino al 15 gennaio e delle superiori fino al 31. «Il Tar manda i più piccoli a scuola e lascia a casa gli studenti delle superiori. Ci opporremo! Per noi, tutti a casa, in sicurezza e in Dad», ha replicato Spirlì con un post su Facebook. Anche per il governatore della Puglia, Michele Emiliano, «è irresponsabile incoraggiare la scelta della didattica in presenza per gli studenti che potrebbero rimanere a casa», scrive in un messaggio, tornando sull’ordinanza regionale che ha stabilito che sino al 15 gennaio in tutte le scuole ci sarà didattica a distanza, concedendo però la possibilità alle famiglie di chiedere ai presidi le lezioni in presenza. «I nostri bambini – prosegue il governatore pugliese – devono essere preservati dal rischio di ammalarsi o peggio ancora di far ammalare le persone che amano».

L’eventuale rientro in presenza sarò deciso dopo il 25 gennaio anche in Campania. Il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto un milione di test molecolari rapidi da destinare al personale scolastico. «Dalla prossima settimana arriveranno i primi 350mila test, che ci sono stati inviati dal commissario Arcuri», ha annunciato.

Tra i pochi a ripartire lunedì, gli studenti della Toscana e della Valle d’Aosta, mentre in Trentino Alto Adige le lezioni in presenza, anche alle superiori, sono riprese giovedì. Questo procedere a strappi, sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema nel suo complesso, come denuncia la Flc-Cgil, che si dice pronta alla mobilitazione. «Chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell’apertura delle attività didattiche in presenza – si legge in una nota –. Si riporti il confronto a livello territoriale coinvolgendo le scuole. Si faccia chiarezza sui dati o si dica che non è possibile farlo. Non si deleghi più nulla alle Regioni a causa dell’incapacità del governo a decidere».

Intanto, proseguono le mobilitazioni di studenti, insegnanti e famiglie pro e contro la didattica a distanza. A Milano, in centinaia hanno manifestato, ieri pomeriggio, in piazza Duomo, chiedendo il rientro in classe e lo stesso ha fatto il Comitato “Prorità alla scuola” a Firenze. Singolare iniziativa di Gloria Ghetti, 49 anni, professoressa di storia e filosofia al liceo “Torricelli-Ballardini” di Faenza, in provincia di Ravenna: ha deciso di dormire a scuola finché gli alunni non potranno rientrare. «Basta didattica a distanza, è una catastrofe – sbotta la docente romagnola –. Occorrono, invece, tamponi per tutto il personale scolastico subito e lezioni in presenza». Da lunedì, sit-in degli studenti del liceo classico “Tasso” di Roma «contro chi svilisce la scuola». Gli alunni del liceo scientifico capitolino “Amaldi” hanno, invece, scritto una lettera aperta alla ministra Azzolina: «Riteniamo sia più produttivo rimanere in didattica a distanza data la situazione ancora critica dei contagi», si legge.

Paolo Ferrario (ha collaborato Quinto Cappelli)

Avvenire, 9 gennaio 2021