Con i corsi di recupero per gli studenti che hanno necessità di colmare lacune, prende il via oggi il nuovo anno scolastico, mentre l’inizio delle lezioni è fissato per il 14 settembre. Anche ieri, esperti concentrati sugli ultimi nodi da sciogliere, a cominciare dall’utilizzo delle mascherine in aula e dalla capienza dei mezzi del trasporto pubblico, per garantire di viaggiare in sicurezza. Insomma, quello che sta per cominciare «sarà un anno duro», ha scritto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una lettera ai dirigenti e a tutto il personale scolastico. Con le risorse in arrivo dall’Europa, ha aggiunto, saranno eliminate «le classi pollaio» e sarà dotato il Paese «di scuole migliori, più sicure e funzionali».
Al banco senza mascherina
Intanto, un nuovo incontro del Comitato tecnico scientifico, tenutosi ieri, ha confermato che la mascherina andrà sempre indossata, dai sei anni in su. È prevista un’unica eccezione: potrà essere abbassata quando l’alunno è seduto al proprio banco e alla distanza “di sicurezza” di un metro dai compagni e di due metri dall’insegnante. Niente mascherina anche durante l’ora di ginnastica, ma in palestra si dovrà mantenere un distanziamento fisico di almeno due metri. Resta comunque la facoltà dell’autorità sanitaria di imporre l’utilizzo della mascherina anche al banco, sulla base dell’andamento del trend epidemiologico.
Scuolabus all’80% dei posti
Un secondo fronte è quello del trasporto pubblico locale, sul quale, ieri in serata, si è tenuta una nuova conferenza unificata. All’ordine del giorno la capienza dei mezzi di trasporto pubblico, per garantire agli studenti di viaggiare in sicurezza. Secondo l’intesa raggiunta, la capienza massima dei mezzi non potrà superare l’80%, che può arrivare al 100% per distanze al di sotto dei 15 minuti e sui convogli nei quali saranno installate “separazioni removibili”. L’accordo, inoltre, prevede «una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti», si legge in una nota del ministero dei Trasporti. Tutti i mezzi, inoltre, a bordo dei quali bisognerà continuare ad indossare la mascherina, dovranno essere forniti di dispenser per l’igienizzazione e dovranno essere sanificati garantendo un ottimo ricambio d’aria.
Comuni: subito 200 milioni
Per assicurare il trasporto scolastico servono almeno 200 milioni. Questa la richiesta che i comuni e le province (Anci e Upi) hanno avanzato al Governo durante la Conferenza unificata. «Abbiamo sia in sede politica sia in sede tecnica sottolineato – si legge in un documento di Comuni e Province – quale presupposto imprescindibile, per garantire i servizi di trasporto pubblico e scolastico, lo stanziamento di risorse dedicate per la loro riorganizzazione anche con servizi aggiuntivi. Anche in questa sede pertanto ribadiamo l’esigenza di assicurare risorse per potenziare il servizio di trasporto scolastico». Anci ha stimato un onere aggiuntivo di circa 200 milioni. Al riguardo, Comuni e Province ricorda «che va adottato al più presto il decreto interministeriale per l’erogazione dei 20 milioni previsti dal decreto Rilancio, da assegnare ai Comuni per compensare le aziende di trasporto scolastico per il periodo di lockdown».
Più risorse per nuovi spazi
Strettamente connesso al tema del trasporto scolastico, è, ricordano Anci e Upi, «il pieno soddisfacimento dei contributi richiesti da Comuni, Province e Città metropolitane, per affitto di immobili o spazi da destinare ad aule didattiche ovvero per l’acquisto, noleggio o leasing di strutture modulari temporanee», secondo quanto previsto dall’avviso del ministero dell’Istruzione scaduto il 26 agosto. «Il fabbisogno complessivo – ricordano gli enti locali – ammonterebbe a circa 300 milioni mentre al momento la copertura risulta essere solo di 70 milioni».
Regioni in ordine sparso
L’impennata dei contagi e la tornata elettorale del 20 e 21 settembre, ha convinto diverse Regioni a posticipare l’avvio delle lezioni, rispetto alla data ufficiale del 14 settembre. Così, se a Bolzano la prima campanella suonerà il 7, in Friuli si rientrerà il 16, in Sardegna il 22 e in Puglia, Calabria e Abruzzo addirittura il 24 settembre.
Fonte comune europeo
Sulla scuola, infine, si è costituito un fronte comune europeo, rappresentato dal direttore Regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ieri hanno partecipato a un vertice con 53 Paesi. Quattro misure chiave da adottare: norme di igiene di base, distanziamento, politiche specifiche per bambini a rischio e per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili.
Paolo Ferrario
Avvenire, 1 settembre 2020