L’inserimento di una nuova materia scolastica, l’istituzione di una giornata di sensibilizzazione sulla discriminazione, la tutela degli studenti con disabilità: sono queste alcune delle proposte avanzate da 200 studenti di 11 scuole romane che dal 30 marzo al 7 aprile hanno partecipato, all’istituto professionale e tecnico turistico “Einaudi”, al programma educativo Scholas Cittadinanza portato in Italia per la prima volta. Nato in Argentina quando Papa Francesco era arcivescovo di Buenos Aires, ha lo scopo di promuovere l’integrazione sociale attraverso l’arte, la tecnologia e lo sport. Il programma, affidato alla Fondazione Scholas Occurrentes, un’organizzazione internazionale di diritto pontificio eretta e creata da Bergoglio, è oggi presente in 190 Paesi e coinvolge 446.133 scuole e reti educative di tutte le confessioni religiose. Inclusione, accoglienza e accettazione del prossimo le parole chiave del programma che ha visto gli studenti romani, di età compresa tra i 16 e i 18 anni e di nazionalità e credi religiosi diversi, confrontarsi, in modo particolare, su due temi: discriminazione e indifferenza.
Divisi in due gruppi gli studenti hanno risposto alle domande di un questionario dal quale è emerso che il 45,5% si è sentito discriminato per l’aspetto fisico, la nazionalità e l’orientamento sessuale. Il 71,3% ritiene che nella società romana ci sia indifferenza verso il prossimo a causa di un’istruzione familiare inadeguata (47,7%), chiusura mentale (45,4%), ignoranza (31%) ed egoismo (44,9%). Nei giorni successivi, sempre divisi per tematica, gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi e confidarsi e ascoltare tante testimonianze come quella di Filippo, un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger, discriminato fin da piccolo per la malattia, e di Pietro, giovane omosessuale che oggi collabora con la Croce Rossa.
Dopo una settimana di laboratori gli studenti hanno formulato delle proposte per combattere l’indifferenza e la discriminazione, raccolte in un documento che sarà presentato al ministero dell’Istruzione e consegnato a Papa Francesco da José María del Corral, direttore di Scholas. Tra queste l’inserimento di “intercultura” come materia scolastica, la divulgazione di progetti come Scholas Cittadinanza in tutte le scuole, l’istituzione di una giornata di sensibilizzazione con studenti di scuole diverse per trattare il tema della discriminazione attraverso il cinema e il teatro. Gli studenti chiedono anche che sia dedicata un’ora al mese all’approfondimento di temi di attualità e che siano promossi scambi interculturali. «Papa Francesco ha sempre sostenuto che i giovani hanno bisogno di un altro tipo di educazione oltre a quella scolastica – spiega José María del Corral –, l’arte è l’unico modo che hanno per esprimersi, per permettere loro di superare quella crisi interiore che coinvolge i ragazzi di tutto il mondo. Con questo spirito, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires, creammo insieme Scholas Cittadinanza per gli studenti argentini e mai avremmo immaginato che ci saremmo ritrovati a Roma, io come direttore mondiale della Fondazione Scholas Occurrentes e lui come Papa». È soddisfatto, del Corral, per il successo ottenuto dal programma anche nella Capitale. «Nei primi giorni i ragazzi erano chiusi in loro stessi. Piano piano sono riusciti a raccontare le loro esperienze e hanno assaporato la bellezza della convivenza». Dal 2 luglio la Fondazione sarà a Gerusalemme per il congresso annuale. «Scholas – conclude del Corral – farà da mediatore tra i ragazzi palestinesi e quelli israeliani».
Roberta Pumpo
Avvenire Roma Sette, 9 aprile 2017