UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Scampia si merita un preside»

L’Istituto Alpi-Levi, di fronte alle Vele, ha 1.300 alunni e nessun dirigente. Da due anni la scuola è affidata a un reggente
8 Agosto 2024

«Si predica tanto la lotta alla dispersione scolastica e alla camorra, e poi si abbandona a se stessa una scuola posta nel centro di Scampia, definita un “faro luminoso” per il quartiere e apprezzata in tutto il Paese». Non ci sta proprio Rosalba Rotondo, ex preside, ora in pensione, dell’Istituto comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi, a vedere la scuola in cui ha lavorato quarant’anni (23 da insegnante e 17 da preside) senza un successore per il secondo anno di fila e affidata alla reggenza di un preside di un altro istituto del territorio.

E non esita a parlare di «grave incongruenza da parte di chi ha il potere decisionale» e a lanciare un appello: «C’è urgente bisogno di un preside vero: parliamo di una scuola posta al centro di Scampia, con tutta la complessità che questo comporta, che ha 1.300 alunni distribuiti in otto plessi. Ci sono tanti presidi capaci di guidare un istituto del genere. Chiedere di farlo a chi guida già una scuola con migliaia di alunni è come chiedere a un genitore di occuparsi contemporaneamente di due famiglie».

Eppure, l’Alpi-Levi è considerata un «faro luminoso» proprio per quello che è riuscita a farne la sua ex preside: un modello di inclusione. Ci studiano infatti 300 bambini rom provenienti dal vicino campo del quartiere e perfino da Giugliano, che dista quasi 20 chilometri. Per questo motivo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 2020 nominò l’ex preside commendatore della Repubblica. A quei bambini, che un frate le aveva chiesto di accogliere nella sua scuola, comprò perfino delle scarpe: non avevano nemmeno quelle, quando arrivarono nell’istituto. E pensare che lei, che vive da sempre nel centro di Napoli, non sarebbe mai dovuta andare a insegnare a Scampia: la sua famiglia non ne voleva sapere in nessun modo di mandare la propria figlia in quel quartiere. Invece ci ha lavorato tutta la vita.

L’Alpi-Levi sorge proprio di fronte a quella Vela celeste in cui due settimane fa sono morte tre persone, in seguito al crollo di una passerella. Alcuni dei morti erano alunni della scuola. Lo sono anche le bambine ferite nell’incidente, due delle quali sono arrivate in ospedale in condizioni disperate. Ma ora sono fuori pericolo.

Per l’occasione, l’ex preside della scuola di Scampia ha chiamato «mamma Antonia», la madre del beato Carlo Acutis, al quale ha intitolato un plesso dell’istituto poco prima di andare in pensione. Per la cerimonia, a Scampia venne anche “mamma Antonia”, che subito dopo il crollo nella Vela celeste ha assicurato: «Ci sono cenacoli di preghiera in tutto il mondo che stanno pregando per queste bambine».

I rom, gli abitanti delle Vele o quelli degli altri parchi del quartiere, che sono andati all’università e si sono laureati: questo è stato il mondo di Rosalba Rotondo per quarant’anni. E ora la paura che tutto quel lavoro vada perduto è tanta, per l’ex preside. Fino a quando c’era lei, l’Alpi-Levi era ancora aperta di questi tempi. «Chiudeva solo a Ferragosto», rivendica con orgoglio.

L’ex preside è finita al centro delle cronache non solo quando è stata nominata commendatore dal capo dello Stato. L’anno precedente, aveva infatti ricevuto non poche critiche per non aver ammesso in classe un alunno tredicenne presentatosi a scuola con delle treccine blu. All’epoca, lei lo definì «un atto d’amore». Quando poi ha incontrato Mattarella al Quirinale, gli ha ricordato quell’episodio. E si è resa conto che forse anche per quello aveva ricevuto l’onorificenza.

Antonio Averaimo

Avvenire, 8 agosto 2024

(foto da Facebook)