UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Salesiane, la sfida educativa dalla parte delle bambine

Le Figlie di Maria Ausiliatrice verso i 150 anni dell’Istituto: una presenza vissuta come “una azione di speranza per i giovani”
30 Settembre 2022

Gratitudine, meraviglia e senso di responsabilità. Ma anche «consapevolezza di aver ricevuto un dono il nostro carisma - e di doverlo attualizzare e calare nelle diverse realtà in cui operiamo». Madre Chiara Cazzuola, superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (note anche con il nome di salesiane), e suor Piera Ruffinatto, preside della Pontificia facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium di Roma, sintetizzano così il senso del convegno internazionale in corso a Roma proprio su «percorsi, sfide e prospettive» in ambito educativo.

«Un convegno – spiega madre Cazzuola – che si colloca come tappa importante nel nostro cammino celebrativo dei 150 anni del nostro Istituto. Un traguardo che viviamo con gratitudine verso il Signore. E di ringraziamento verso chi ci ha preceduto e ha diffuso il carisma nel mondo tanto da permetterci oggi di essere presenti il 97 Paesi di tutti i continenti. Un carisma che, per merito delle nostre consorelle, ha saputo incarnarsi nelle diverse realtà con cui è entrato in contatto, grazie anche alla sua capacità di saper rispondere ai tempi e ai luoghi nuovi. Una constatazione che ci riempie di gratitudine».

Del resto il carisma educativo che contraddistingue l’Istituto, in questo secolo e mezzo di vita, ha rappresentato nelle realtà in cui hanno operato le figlie di Maria Ausiliatrice, «una azione di speranza per le giovani generazioni e i loro Paesi, perché l’educazione, come diceva don Bosco, “è un atto nobile che si compie per la società”». Certo i contesti e i tempi sono cambiati da quando don Bosco e madre Maria Domenica Mazzarello (fondatrice dell’Istituto) e «attorno all’educazione – aggiunge la superiora generale – sono sorte altre sfide altrettanto importanti, come il rapporto con le famiglie spesso in crisi o in difficoltà, con culture di chiara impostazione patriarcale, con situazioni in cui le bambine hanno meno diritti rispetto ai fratelli maschi».

In queste realtà il carisma delle Figlie di Maria Ausiliatrice è riuscito a farsi spazi «pur nel rispetto delle culture presenti, ma con l’obiettivo di promuovere sempre l’educazione anche per le bambine e le ragazze», grazie anche «alla creatività e al dinamismo del carisma stesso e delle consorelle che lo hanno vissuto in quelle situazioni». Una attenzione quella verso le donne e le ragazze, che, spiega suor Cazzuola, «non è discriminazione verso i maschi, ma la consapevolezza che esistono situazioni in cui la donna viene esclusa dal campo educativo». Ovviamente nella loro missione educativa le Figlie di Maria Ausiliatrice includono anche i bambini e i ragazzi, «magari insegnando loro il rispetto verso le ragazze e le donne», aggiunge la superiora generale.

Del resto l’educazione di tutti è il filo rosso che lega questi 150 anni dell’Istituto, conferma la preside della Pontificia Facoltà di scienze dell’educazione Auxilium, madre Piera Ruffinatto. «Il convegno internazionale che stiamo vivendo in questi giorni guarda al passato, al presente e al futuro, consapevoli della nostra presenza, del nostro esserci. Esserci nel presente, nelle sfide che i tempi e i luoghi ci pongono, senza nasconderci o voltare lo sguardo da dall’altra parte». Al contrario proprio la sessione inaugurale ha portato alla luce «esempi di religiose che sono state significative non solo sul fronte educativo, ma nella vita delle comunità in cui hanno operato». Esempi che di certo sono stimoli per un impegno «a esserci anche nel futuro, senza timore, con la nostra condizione di donne, capaci di tessere alleanze educative, come auspicato da papa Francesco nel suo patto educativo globale».

Come lo stesso convegno internazionale sta facendo emergere «oggi le sfide si susseguono sempre più veloci – sottolinea la preside dell’Auxilium – e le risposte spesso non arrivano in tempo. Probabilmente anche oggi vale l’invito che don Bosco rivolgeva ai suoi collaboratori: “stare con i ragazzi, sempre”. Occorre aiutare queste giovani generazioni che appaiono al tempo stesso forti, cioè capaci di mettere in campo una certa resilienza, e fragili, anche se il termine migliore potrebbe essere insicuri, grazie anche all’assenza di adulti capaci. Al contrario abbiamo trasmesso l’oro una alta ansia da prestazione in tutti i campi della vita». Ecco una nuova sfida che attende le Figlie di Maria Ausiliatrice ora e per i prossimi 150 anni. «È l’auspicio che ci facciamo – conclude la superiora generale, che trarrà le conclusioni del convegno nella sessione del 30 settembre –: essere un Istituto pieno di vita, capace di mettere in campo creatività e spiritualità. Un carisma che continua a incarnarsi nel tempo e nei luoghi, capace di contagiare le realtà che incontra».

Enrico Lenzi

Avvenire, 30 settembre 2022