UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Russia, minacce e pressioni su studenti e docenti

La denuncia del sindacato “Solidarietà universitaria”
23 Marzo 2022

“La cosiddetta operazione speciale delle truppe russe sul territorio dell’Ucraina, che ha provocato vittime umane e distruzione, ha seriamente complicato la situazione dei diritti umani in Russia: vengono sciolti i media indipendenti, bloccati i social network, adottate leggi che limitano notevolmente la libertà di parola, al punto che si può dire sia stata introdotta la censura militare”. Esordisce così una nota che il sindacato russo “Solidarietà universitaria” ha pubblicato sul suo sito il 21 marzo.

Il testo denuncia minacce ai “diritti degli insegnanti e alle libertà accademiche” e parla di pressioni “da parte delle amministrazioni universitarie” su coloro che “esprimono apertamente una posizione contro la guerra”, pressioni che hanno “costretto alcuni colleghi a dimettersi”. Dal sindacato hanno riferito al Sir che sarebbero 15 i docenti che si sono licenziati, mentre non si conosce il numero di docenti che hanno lasciato la Russia. Anche gli studenti di alcune università “sono illegalmente minacciati di sanzioni ed espulsione per aver partecipato a pacifiche proteste contro la guerra”, dice il documento.

Il sindacato “condanna fermamente qualsiasi persecuzione di insegnanti e studenti per la loro posizione civile” e promette battaglia contro gli abusi. Il testo chiede anche “alla comunità scientifica e didattica internazionale di essere solidale con gli accademici ucraini e russi, in ragione del fatto che “non tutti i ricercatori e gli insegnanti russi sostengono la cosiddetta operazione speciale, e quindi un boicottaggio accademico totale nei loro confronti sarebbe una misura illogica e dannosa”.

“Il vero patriottismo non consiste nel compiacere le autorità e nell’approvare le loro azioni”, conclude il testo, “ma nel tendere all’affermazione dei principi del diritto, dell’umanesimo e della pace nel proprio Paese. Ci auguriamo che questa comprensione dell’amore per la madrepatria sia condivisa dalla maggior parte dei nostri colleghi”.

Sir, 22 marzo 2022