UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un’idea di scuola

Un libro di Pier Cesare Rivoltella per continuare a “pensare la scuola” davanti alle nuove sfide
10 Maggio 2018

Pier Cesare Rivoltella

Un’idea di scuola

Morcelliana – Scholè, 2018

Pagine 128

€ 12,50

“Oggi più che mai abbiamo bisogno di un’idea di scuola. Non di discorsi: di un’idea”. Così scrive Pier Cesare Rivoltella presentando il suo “Un’idea di scuola”, in cui riprende il dibattito sulla scuola degli ultimi anni per offrire il proprio contributo di proposta. Il libro nasce da molti incontri di formazione degli insegnanti e visite nelle scuole e si costruisce su quattro idee, una per ciascuno dei capitoli di cui è composto. Così li presenta lo stesso autore:

Il primo capitolo lavora sulla constatazione che la scuola funziona ancora oggi come un dispositivo. Tutto lo suggerisce: il rapporto tra uno che parla e gli altri che ascoltano, l’orario, la suddivisione in classi e discipline, il registro, i voti, le sanzioni, l’autorità, la verticalità dei rapporti. Invece, nello stesso tempo, la società è andata sempre più orizzontalizzandosi (Marzano & Urbinati, 2017) e la famiglia ridefinendosi secondo un modello affettivo piuttosto che normativo (Lancini, 2017). Lo scarto è evidente e si traduce in un ritardo culturale, nell’incapacità di risultare significativa per i suoi studenti.

Il secondo capitolo è dedicato al “fiuto degli studenti” e agli “insegnanti incompiuti”.  Un insegnante è incompiuto se è sempre in ricerca, se non si accontenta. Non è un professionista seduto, l’insegnante, ma qualcuno che la consapevolezza del proprio dovere e lo sguardo dei suoi ragazzi guidano costantemente verso il meglio. Solo così l’insegnante risulta significativo e merita il riconoscimento degli studenti.

Il terzo capitolo è organizzato attorno al metodo. In una società orizzontale potrebbe sembrare che il metodo non serva, poiché rappresenta, probabilmente, una traccia della verticalità di cui ci si dovrebbe essere finalmente liberati. Ma non è così. Se il lavorare con metodo non si traduce in una gabbia, per l’insegnante e per lo studente, esso è lo spazio attraverso il quale l’insegnante può organizzare le proprie pratiche professionali e la scuola assumere l’innovazione. Quanto allo studente, il metodo gli garantisce il giusto grado di direttività, che non vuol dire che l’insegnante gli si sostituisca togliendogli il margine di qualsiasi responsabilità, ma che gli possa indicare il quadro e le coordinate entro cui muoversi per fronteggiare la complessità.

L’ultimo capitolo discute dei media digitali, muovendo dall’assunto che oggi noi e i nostri ragazzi siamo, per così dire, “attraversati dai media”. Questo comporta che non abbia senso discutere se ritagliare o meno per essi uno spazio in scuola: se la scuola vuole essere contemporanea deve occuparsi dei media, come linguaggi in cui le culture giovanili sono articolate e come dispositivi attraverso i quali le vite di tutti sono espresse. Occuparsi dei media non significa cedere a una moda, ma perseguire l’obiettivo di rendere la scuola contemporanea. I media nella scuola sono frontiera etica e spazio di costruzione della cittadinanza.

Leggi qui la presentazione integrale dell’auotre: http://piercesare.blogspot.it/2018/05/unidea-di-scuola.html

Pier Cesare Rivoltella è professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’Istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, dove ha fondato e dirige il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT). Tra le sue pubblicazioni più recenti: Che cos’è un EAS. L’idea, il metodo, la didattica (La Scuola, 2016); Tecnologie di comunità (ELS La Scuola, 2017). Dirige la rivista «Essere a Scuola».