Presentazione di S.E.Mons. Mariano Crociata
In una collana voluta per coltivare la spiritualità dello studio questo libretto di Michael Paul Gallagher si inserisce in maniera originale e significa come frutto esemplare di un percorso di ricerca guidato da tensioni interiore e intelligenza viva. La stessa scrittura trasmette un’intensa unitaria vitalità e il testo ha la forza di un piccolo efficace affresco. Di fatto siamo in presenza di una sintesi che un lungo processo di discernimento ha felicemente prodotto.
Essa ci fa vedere una meta verso cui conduce sempre lo studio, e cioè la comprensione più profonda e coerente di se stessi e del proprio tempo. Anche discipline di carattere tecnicoscientifico o segnate da alta specializzazione hanno come obiettivo, insieme all’acquisizione di una competenza specifica, di inserirsi e di integrare la totalità dell’esperienza umana, e quindi lo sviluppo dell’intelligenza, della capacità di orientarsi nella propria vita e nel mondo, della capacità di giudizio secondo verità sul senso di tutto. Per il credente, poi, parole come "verità", "senso", "giudizio", ma anche "esperienza" e "vita", e ancora "comprensione" e "intelligenza" hanno un rapporto costitutivo con Gesù Cristo, poiché lui in persona è sorgente del loro significato e della loro sostanza. Solo che tale rapporto non è meramente nozionale e acquisito una volta per tutte; non diventa mai scontato. Lo si coglie e lo si realizza lungo un cammino che è di studio e di vita insieme. Ciò precisamente si intravede e si raccoglie nelle pagine che seguono, le quali in tal modo indicano anche un metodo. Infatti, per trovare un metodo, cioè una via adeguata, bisogna innanzitutto sapere dove arrivare. E, insieme al protendersi verso la meta, bisogna imparare a coniugare insieme l’approfondimento puntuale delle singole questioni e la capacità di mettere in correlazione tra di loro l’insieme delle cognizioni e delle intuizioni che via via vengono conseguite e assimilate, in modo da pervenire a una visione organica e a un’esperienza corrispondente.
Nel merito del contenuto, c’è una domanda che regge il discorso, quella secondo cui l’autore vuole "offrire uno sguardo onesto sulla crisi di fede che oggi è al centro delle nostre preoccupazioni". Prima ancora di essere indirizzati verso che cosa cercare, da ciò ci vediamo anche suggerito che il nostro studio ha delle domande, degli interrogativi, delle preoccupazioni, degli interessi e delle speranze, che procedono e possono anche espressamente suscitare l’avvio o il prosieguo dello studio. Senza dubbio la riflessione sullo “stato” della fede al giorno d’oggi è una di quelle che più ci sfida e ci assilla come credenti.
Si tratta di una questione che ci interpella personalmente, ma che ha pure un risvolto sociale e culturale, poiché la fede tocca l’uomo nella sua profondità e nelle sue relazioni, e poi è inseparabilmente personale ed ecclesiale.
Un punto nevralgico della diagnosi riguarda la rivelazione di uno "spostamento di sensibilità", al livello di immaginazione e di disposizione, effetto di una rottura a un livello pre–re–ligioso che pregiudica la stessa intelligibilità dell’annuncio. Si produce così "una crisi non del credo ma della cultura, non della fede in se stessa ma della capacità di credere in qualcosa oltre se stessi". Questo fenomeno condiziona il processo di trasmissione della fede e lo stesso annuncio forse ormai più dello stesso ateismo, a cui tende a sostituirsi, e rimanda a un’opera di pre-evangelizzazione, per usare una espressione che ha già un suo uso e una sua storia. L’orientamento a cui siamo indirizzati propone come via l’integrazione dell’immaginazione e dell’affettività con la razionalità, poiché senza una disposizione ricostruita e resa possibile sembrano mancare gli strumenti di "presa" dello stesso annuncio e della fede ecclesiale.
In realtà tale integrazione di razionalità e affettività, peraltro non estranea – sia pure in condizioni culturali ben diverse – alla più grade tradizione cristiana, è richiesta, per una rinnovata esperienza spirituale, innanzitutto a chi si apre o si accinge di nuovo a intraprendere un percorso di studio e di vita, ma poi anche a ogni credente che voglia assumere con consapevolezza e responsabilità il dono della fede.