UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La parola affidata

Parlare di Dio in un mondo plurale
8 Febbraio 2021

Domenico Concolino

La parola affidata. Parlare di Dio in un mondo plurale

Tau Editrice, 2020

Pagine 242

€ 16,00

Il cuore di questa nuova pubblicazione, scritta da un Cappellano Universitario in tempo di Covid, sta tutta nel significato dell’idea di Parola di Dio come categoria fondamentale del cristianesimo e nella sua riproposizione linguistica in un mondo sempre più plurale.

Il testo è scritto pensando a studenti e docenti universitari, alle loro domande e alle loro obiezioni, sia perché l’università è uno spazio in cui molte altre parole si attestano come uniche parole affidabili, capaci di anticipare e costruire il nostro presente ed il nostro futuro e sia perché specialmente in tale contesto la povera parola di Dio spesso appare sempre più insignificante, inutile, aleatoria.

Il testo perciò osa andare; desidera parlare anzitutto a persone che sono rimaste in cammino, che pongono domande su valori, senso, visioni ampie, prima ancora di discutere su protocolli e programmi da attuare. In tal senso il libro accetta pienamente la sfida attuale dell’oblio del Verbo di Dio nelle le parole degli uomini e lo rilegge attraverso un ripensamento dello status teologico sacramentale e filosofico della Parola di Dio, avendo cura di fare emergere una serie di significati non in ordine all’acquisizione di competenze sempre più performanti, ma piuttosto guardando al senso autentico di ogni cammino umano vissuto in un mondo sempre più plurale e secolarizzato.

Come afferma nella prefazione il Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia, prof Giovanbattista De Sarro: “Degna di nota, nelle riflessioni di un religioso, la relazione dialettica e non oppositiva fra le «diverse parole» che cercano di dare significato all’esistenza umana: «d’altra parte c’è da considerare l’enorme sforzo, a volte la gran confusione, che alberga nel cuore e nella mente di quei credenti che cercano nella Parola di Dio solamente la serie di valori e significati che si contrappongono ad altre parole ugualmente importanti come le parole della scienza, quelle della filosofia o di altre religioni. In tale modo di porsi, Dio e il mondo si oppongono radicalmente e la fede cristiana non appare vita per il mondo».  È altrettanto ovvio che Padre Concolino affidi alla Parola di Dio uno status particolare: «Attraverso la via aperta dalla “Dei Verbum“ possiamo riscoprire la “sacramentalità” della Parola nella misura in cui ne rispettiamo la sua identità teologica e riconosciamo la sua differenza qualitativa difronte alle altre parole che abitano la scena di questo mondo». Non è altrettanto ovvio, e qui si evidenziano sia la vastità della sua cultura come anche la capacità di penetrare con profonda onestà intellettuale il pensiero laico, l’assegnare alla parola scritta la genesi della modernità e del ragionamento scientifico. «L’avvento della scrittura come tecnica di fissazione della memoria ha lentamente prodotto la nascita di un pensiero molto più elaborato ed astratto. Così la scienza moderna nasce precisamente perché abbiamo potuto rallentare lo scorrere della realtà racchiudendola in una traccia visibile, ed il pensiero oggettivante e controllabile è stato possibile conquistarlo perché esiste una differenza qualitativa da un pensiero che serve solamente l’oralità».  Mi sento di dover dire che P. Concolino, in uno dei passi più acuti del suo libro, si sbarazza di tanta letteratura che, ignara del percorso evolutivo di homo sapiens, non ha compreso che la parola non è altro che uno strumento capace di manipolare il mondo. «La scoperta della scrittura alfabetica, i cui albori possono collocarsi all’incirca nel VIII secolo a. C. è senz’altro uno degli eventi di maggior importanza nella storia delle invenzioni tecnologiche dell’uomo. Esso ha trasformato radicalmente la nostra esistenza, l’attitudine al pensare, la forma del discorso, la possibilità stessa del domandare». E come ogni invenzione tecnologica trasforma “naturalmente” la circuiteria del nostro cervello”.