Presentazione di Armando Matteo
Michael Ende, l’indimenticato autore di la storia infinita, ha osservato, una volta, che negli ultimi tempi abbiamo corso così tanto che è giunta l’ora di sostare un momento, per consentire alle nostre anime di raggiungerci. E forse è davvero questa l’urgenza dell’ora presente: avere il coraggio di sostare e di dare il tempo alle nostre anime di raccoglirsi rispetto ai tanti mutamenti esterni e interni, che così velocemente e radicalmente ci hanno messo in discussione e agitazione negli ultimi decenni.
È proprio vero: viviamo giorni di grande spaesamento, fatichiamo pure a "sentirci a casa" nelle nostre case. Antiche certezze sembrano aver perso smalto e charme. Fondate convinzioni non regolano più l’economia dell’anima e può accadere tutto e il suo contrario. Forse solo un oroscopo ci salverà!
In questo veloce mutare del nostro contesto culturale, sociale, umorale, religioso, politico, pure le parole hanno subito un processo di inflazione. Sono diventate leggere: il loro potere di collegarci alla verità di noi stessi, del mondo e degli altri appare fortemente in crisi. Come non notare, d’altro canto, l’amore oggi così diffuso per avverbi? Assolutamente. Certamente. Ovviamente. Perfettamente. Quasi a dar forza alle stesse parole e indirettamente a noi stessi.
Abbiamo corso tanto. È, allora, tempo di sostare. Una sosta necessaria per consentire una nuova e piena presenza di spirito al tempo che ci è toccato in sorte e alla sorte che a ciascuno tocca in questo tempo.
Il piccolo volume che qui presentiamo vorrebbe aiutare il lettore in questo compito, in questa impresa. Prova ae riesce, con profondità e con chiarezza, a restituire alcune parole chiave della grammatica profonda del nostro essere umano alla loro bellezza sorgiva e alla loro efficacia performante. È dunque un invito ad "abitare" tali parole, al fine di poter abitare, grazie a esse, più consapevolmente il destino della nostra esistenza.
Il procedere è rigoroso, com’è necessario che sia. Si narra, infatti, che quando chiesero a Confucio quale sarebbe stata la prima cosa cui avrebbe prestato la sua attenzione se un giorno avesse raggiunto il potere, la sua risposta sia stata: un dizionario. Solo così in verità, è possibile ovviare alle polemiche sterili e ai facili fraintendimenti. Spesso ci perdiamo tra di noi, perché ci perdiamo tra le nostre stesse parole.
Ed ecco qui al lettore consegnato un piccolo vademecum perché possa evitare di perdersi a vuoto, nella fatica che a tutti oggi spetta di costituirsi alle condizioni culturali e spirituali della nostra epoca e alle curvature impreviste e imprevedibili del suo cammino.
Vi è dunque bisogno di sosta, per consentire alle nostre anime di raggiungerci – casa sarebbe un uomo o una donna senz’anima? E forse, più radicalmente, vi è bisogno di silenzio – parola, quest’ultima, cui l’autore dedica passaggi davvero straordinari. È nel silenzio, infatti, che l’anima si raccoglie efficacemente.
Sulla scia di questa verità profonda, cediamo l’ultima parola di questa breve presentazione a un teologo e testimone del nostro tempo, assai caro all’autore di questo libretto: al pastore protestante Dietrich Bonhoeffer.
Fiacciamo silenzio
Prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri
sono già rivolti verso la Parola.
Facciamo silenzio
Dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora,
vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio
La mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio
prima di coricarci,
perché l’ultima Parola
appartiene a Dio.
Facciamo silenzio
Solo per amore della parola.
Armando Matteo