Anche domani, come tutti i sabati mattina, la parrocchia San Giovanni Battista de la Salle di Roma si trasformerà nel “Pronto soccorso degli studenti con Dsa”. Da tutta la Capitale, arriveranno in via dell’Orsa Minore, zona Eur-Torrino, studenti e intere famiglie, soprattutto quelle in difficoltà economiche che non possono permettersi di pagare le lezioni private ai figli. Qui troveranno gli oltre trenta volontari che, nei tre anni di attività del laboratorio didattica Dsa (che qui non si svolge in Disturbi specifici dell’apprendimento, ma in Diverse strategie di apprendimento) hanno incontrato oltre 200 studenti dislessici, discalculici, disgrafici e disortografici. Bambini, ragazzi, adolescenti e giovani che, ognuno a modo suo, sono però tutti accomunati dalla grande fatica dell’apprendimento. In un sistema scolastico che, formalmente riconosce loro dei diritti (con la legge 170/2010), ma, in pratica, li relega, troppo spesso, agli ultimi banchi. Come mezzo secolo fa.
«Per questi ragazzi la scuola è una tragedia», sbotta Eleonora Spacciapulli, avvocata esperta di diritto scolastico e madre di due ragazzi dislessici e discalulici. Con il sostegno del parroco don Francesco Zanoni, ha messo in piedi un servizio unico in Italia, che, almeno nella Capitale, supplisce alle carenze del sistema pubblico. Tanto che, tra la cinquantina di bambini e ragazzi che attualmente frequentano il servizio - completamente gratuito - alcuni sono inviati direttamente dal Servizio sociale della Asl. «La difficoltà maggiore per le famiglie – sottolinea l’avvocata Spacciapulli, responsabile del progetto – è proprio far applicare dalla scuola il Pdp, il Piano didattico personalizzato. Purtroppo – aggiunge la legale – i Pdp non solo vengono disattesi ma molte famiglie, per paura di ritorsioni sui figli, o accettano supinamente il “6 dislessico”, nella migliore delle ipotesi, o cambiano scuola e, se possono economicamente, si rivolgono agli istituti paritari».
Da quando si è sparsa la voce dell’esistenza del Laboratorio all’Eur, la parrocchia è stata sommersa dalle richieste delle famiglie. Dopo aver messo a disposizione degli studenti tutti gli spazi possibili, ora chiede aiuto alle istituzioni e ha già ricevuto il sostegno del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, infine, la parrocchia ha accolto anche alcuni profughi, mettendo a disposizione insegnanti di Italiano e Inglese. Il progetto “Fratelli tutti” prevede, inoltre, la presenza di un’equipe multidisciplinare, per il potenziamento delle competenze in lettura, comprensione del testo e calcolo, oltre che di psicologi che lavorano nell’area emotivo-relazionale.
In aiuto degli studenti con Dsa da 18 anni è in campo anche la Bianconero edizioni, che ha studiato una font ad alta leggibilità, messa a disposizione gratuitamente a chi ne fa un uso non commerciale. La font Biancoenero è, inoltre, è in vendita per aziende e case editrici scolastiche (attualmente è adottata da Giunti, Lattes, Mondadori Education, Cetem, La Scuola, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori ad Atlas).
Infine, la Società Prodotti Antibiotici è stata la prima azienda farmaceutica in Europa ad aver scelto la font Biancoenero per i suoi prodotti, mentre la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola è stata la prima in Italia ad adottarla in tutte le scuole. Inoltre, sono circa 3mila le scuole, gli insegnanti, gli studenti e i terapisti che hanno richiesto e utilizzano gratuitamente la font, oltre a molte realtà e istituzioni, tra cui, per esempio, i Musei civici di Torino, la Fondazione Olivetti e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
«Una casa editrice indipendente deve pensare il suo piano editoriale cercando di intercettare bisogni non soddisfatti, spazi inesplorati dell’offerta editoriale – sottolinea l’editrice Irene Scarpati –. In Italia, a differenza degli altri Paesi europei, non esistevano testi di narrativa per bambini con difficoltà di lettura. Per questo, da quando è nata nel 2005, Biancoenero edizioni ha fatto del progetto alta leggibilità il fulcro del suo lavoro. Alta leggibilità vuol dire libri accessibili anche a chi ha difficoltà di lettura, in particolare i dislessici, ma in generale i sempre più numerosi lettori riluttanti. Quei ragazzi che, per motivi diversi, hanno diffidenza nei confronti dei libri».
Paolo Ferrario
Avvenire, 2 giugno 2023