Mentre la politica discute, il mondo della scuola è completamente nel caos. Il decreto Milleproroghe (compreso l’emendamento sul rinvio dell’obbligo di certificazione di vaccinazione per entrare a scuola) è stato approvato al Senato e passerà alla Camera soltanto dopo la pausa estiva, a partire dall’11 settembre, quando in alcune regioni sarà già suonata la campanella per entrare in classe. Decisamente troppo tardi perché le famiglie possano organizzarsi in tempo. E così la situazione è stata 'cristallizzata', con la legge Lorenzin in vigore e l’unica modifica introdotta dalla circolare Grillo-Bussetti che consente di portare una mera autocertificazione al posto del certificato vaccinale dell’Asl.
Innumerevoli i problemi creati dal pasticcio normativo e segnalati dagli stessi presidi, che chiedono con urgenza un incontro con il ministro della Salute, Giulia Grillo, come spiega il presidente Anp (il principale sistema di rappresentanza della dirigenza scolastica) del Lazio, Mario Rusconi, nel denunciare un «clima di confusione estrema». «La scuola ha bisogno di certezze. Le autocertificazioni arrivano alle scuole - osserva Rusconi - ma poi bisogna verificare se sono vere. A chi tocca questo compito? Spetta alle Asl fare i controlli e stabilire se siano veritiere. Ma chi ci dice che rispetteranno questo impegno? Anche le Regioni avevano garantito la costituzione di un’Anagrafe vaccinale che invece non è mai diventata operativa».
L’ipotesi dell’autocertificazione, inoltre, sembrerebbe non del tutto regolare, perché - come evidenzia Tuttoscuola - una legge del 2000 esclude che i certificati medici possano essere sostituiti da un altro documento, impedendo 'il fai da te' sul tema fondamentale della salute. Desta molte perplessità (e dubbi concreti) anche la proposta del ministro di inserire i bambini immunodepressi in apposite classi con tutti i bambini vaccinati: «Non sappiamo con certezza chi è vaccinato e chi non lo è. E poi - conclude Rusconi - come ci dobbiamo comportare con gli spazi comuni? I bambini non stanno insieme solo nella classe, ma anche quando vanno a mensa, a giocare, al bagno. Il governo dovrebbe avere più attenzione per i bambini immunodepressi e per le loro famiglie».
Al rinvio dell’obbligo di presentazione dei certificati di vaccinazione per la scuola, intanto, continuano a piovere critiche anche dalla sanità. I medici cattolici hanno espresso la propria netta contrarietà al provvedimento, ribadendo l’utilità e la necessità delle vaccinazioni nell’infanzia per «proteggere i soggetti più vulnerabili»: «Si tratta non solo di una questione di salute individuale - spiega Giuseppe Battimelli, vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani, specialista in igiene e medicina preventiva - ma anche di sanità pubblica e di interesse della società, come stabilisce tra l’altro la Carta Costituzionale. I dati della comunità scientifica internazionale, i dati epidemiologici e quelli acquisiti da decenni di esperienza attestano in modo incontrovertibile la notevole positività del rapporto rischi/benefici e che la pratica vaccinale è e rimane un efficace e fondamentale mezzo di medicina preventiva, che può persino debellare malattie infettive pericolosissime e mortali». E, per questo, i medici cattolici sollecitano «campagne di promozione e informazione sull’argomento» e auspicano «che su una questione così importante e cruciale non prevalga l’ideologia o l’opinione partitica o personale ma la scienza».
Danilo Poggio
Avvenire, 7 agosto 2018