UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Reti di qualità sul territorio e corresponsabilità educativa

«Dentro e oltre i confini. Un nuovo modo di essere scuola»: il percorso formativo per accompagnare le scuole dell’infanzia
14 Aprile 2021

Il tempo che stiamo vivendo ha chiamato e chiama ogni scuola Fism a ripensare a un nuovo incontro con ciascun bambino e tra i bambini, a progettare nuove dimensioni dell’«abitare l’educazione» e, quindi, a ripensare il modo di essere e di fare scuola per continuare a essere tale, ossia per continuare a essere laboratorio di costruzione di una comunità che educa. 'Scuola, famiglia, territorio' è uno dei temi che sono stati affrontati nel percorso formativo dal titolo 'Dentro e oltre i confini. Un nuovo modo di essere scuola', organizzato dalla Fism nazionale per accompagnare e sostenere le scuole associate nell’affrontare l’inedito di questi mesi, in un alternarsi di chiusure, aperture e sospensioni.

Un tempo nel quale la scuola si è impegnata; ha scelto di esserci con continuità promuovendo, grazie all’alleanza educativa con le famiglie, passi di crescita dei bambini. Come? Continuando a tessere legami che, anche nella distanza – sperimentata nel primo lockdown e nelle ultime settimane di sospensione nelle zone rosse, ma in parte anche vissuta nei primi mesi dell’anno scolastico, per rispettare le indicazioni sanitarie anticontagio che hanno comportato la riorganizzazione di sezioni e ambienti – favorissero, 'con tatto', connessioni e incontri di relazioni autentiche. Un tatto che ha trovato e trova espressione in uno stile fatto di accoglienza, di attenzione, di rispetto rivolto ai bambini, e declinato nella vicinanza alle famiglie, nella condivisione di valori, nell’ascolto e nel dialogo quotidiano, nella progettualità finalizzata alla crescita armonica e integrale di ciascun bambino. Uno stile che si è tradotto in una circolarità di buone pratiche, che hanno dato vita a una rete di sostegno per affrontare assieme la complessità provocata della situazione pandemica. Il tutto con la novità rappresentata dall’utilizzo degli strumenti tecnologici capaci di accorciare le distanze imposte.

Un aspetto – quello connesso alla pandemia da Covid-19 – che è stato affrontato da Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. Nell’intervento svolto durante il webinar ha sottolineato come la scuola debba diventare luogo di rielaborazione e di contenimento, in grado di farsi carico sia della difficoltà e dell’ansia delle famiglie, sia di quelle del gruppo delle insegnanti delle scuole. L’atteggiamento che la scuola è chiamata a far proprio, nei confronti di famiglie e della comunità locale, è «sì un atteggiamento di collaborazione ma non di collusione; quindi, un atteggiamento capace di recuperare la dimensione di senso per rilanciare e trasformare la criticità in occasione generativa». In altre parole, leggere la crisi pandemica con una doppia lente: quella di un microscopio, capace di cogliere gli aspetti che diversamente sfuggirebbero e, contemporaneamente, quella di un telescopio che consente di guardare lontano.

È proprio su questa direzione che sono stati collocati gli appuntamenti del percorso formativo sopracitato: appuntamenti quali spazi e tempi dedicati, prima di tutto, a riflettere per agire con consapevolezza nella nuova situazione che si è imposta. Del resto ci troviamo di fronte a un cambiamento in parte non rimovibile per cui è illusorio immaginare che si possa semplicemente ritornare a una situazione propria della normalità pre-Covid-19, come se nulla fosse avvenuto. Quanto vissuto, perciò, va colto come occasione per aprire nuovi possibili scenari, nei quali, come richiamato da papa Francesco nel Patto educativo globale, la corresponsabilità educativa del 'villaggio' è ineludibile. Per far crescere un bambino, dice il famoso proverbio africano citato dal Papa, c’è bisogno di un intero villaggio e, come sottolineato da Simeone, «per far crescere un villaggio abbiamo bisogno dei bambini, e abbiamo bisogno di metterci insieme per ascoltare i bambini».

Una postura educativa e pedagogica che invero caratterizza il sistema delle scuole Fism: comunità che si mettono al servizio di ciascuna bambina e ciascun bambino perché realizzino pienamente la loro umanità; che guardano alle famiglie come risorse e come realtà con le quali interagire in modo costruttivo e insieme alle quali dare concretezza al progetto educativo che fonda la scuola stessa, in interazione con la più vasta comunità sociale. Istituzioni promotrici di reti locali di qualità, quali elementi unificanti del lavoro educativo che chiamando tutti alla responsabilità di collaborare, nel rispetto e nella complementarità delle rispettive competenze, contribuiscono a costruire la comunità civile dell’oggi e del domani.

Antonella Morgano, Membro Commissione tecnica Settore pedagogico nazionale FISM

Avvenire, 13 aprile 2021