Lunedì mattina presso la Facoltà teologica dell’Emilia Romagna si è svolto il seminario di studio riservato dal titolo «La dimensione sociale dell’Università». Monsignor Matteo Zuppi, Gran cancelliere della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna e Francesco Ubertini, rettore dell’Università di Bologna hanno portato il loro saluto e introdotto i lavori a cui hanno preso parte alcuni vescovi dell’Emilia Romagna e diversi rettori delle Università presenti in Regione. Il seminario di studio ha celebrato la ricorrenza dei vent’anni del «Bologna process». «Il trovarsi insieme per un confronto reciproco è già in sé un valore e un frutto – ha detto l’arcivescovo monsignor Matteo Zuppi –. L’Università è chiamata a formare umanità nondivisive, a ricondurre all’unità le molteplicità immense dei saperi.
Dobbiamo saper ascoltare i giovani e accoglierli, indirizzandoli in una ricerca verticale, che guarda verso l’alto, e orizzontale, da fare insieme come comunità. Non dobbiamo avere paura di realizzare sogni grandi, come ci ha suggerito papa Francesco nel suo viaggio a Bologna nel 2017». «Avanza velocemente il progresso – ha dichiarato invece il rettore Francesco Ubertini – ma aumentano le disuguaglianze sociali. La vera frontiera dell’intelligenza artificiale è l’etica. In questo quadro l’Università ha una grande responsabilità, soprattutto nel campo del sociale. In questa direzione stiamo integrando e preparando un nuovo testo della Magna Charta Universitatum che verrà presentato a Bologna nel 2021 che tenga conto del cammino e dei cambiamentidi questi ultimi vent’anni e che dia nuovi indirizzi per il futuro delle Università».
All’evento era presente anche Ernesto Diaco dell’Ufficio nazionale Cei per l’educazione e la scuola che è intervenuto sul «Manifesto per l’Università» sottoscritto il 15 maggio scorso tra il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e il segretario generale della Conferenza episcopale italiana. «La firma di quel documento ha rappresentato un grande passo avanti, su due fronti – ha spiegato Diaco –. Innanzitutto siamo davanti a due istituzioni, Chiesa e Università, che lanciano alla società il medesimo messaggio perché uguali sono le sfide. Fra esse quelle culturali ed economiche.
Avvenire
Domenica, 2 giugno 2019