UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Prova d’esame per il governo

Conte è sicuro: a settembre tutti in classe. Ma il vertice con sindacati e associazioni è in salita
5 Giugno 2020

«Sicuramente a settembre si riaprirà, dobbiamo fare di tutto per assicurare ai nostri studenti il ripristino di una fase di normalità». Alla vigilia del vertice sull’avvio del nuovo anno scolastico a settembre, convocato per oggi dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, con tutte le componenti del mondo della scuola (dagli studenti alle famiglie, dai dirigenti agli insegnanti, dai sindacati alle associazioni e agli enti locali, dalla Protezione civile al Comitato tecnico scientifico, che ha dettato le misure di contenimento della pandemia), il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che presiederà l’incontro, ha lanciato un messaggio di ottimismo. «È molto importante che i sindaci possano diventare commissari straordinari per opere di edilizia scolastica, ci attendiamo aule rinnovate e più conformi », ha aggiunto il premier, facendo riferimento alla necessità di aprire rapidamente i cantieri per avere nuovi edifici scolastici a prova di coronavirus.

«Ho chiesto la partecipazione di tutti – spiega in un post su Facebook la ministra Azzolina – perché la scuola è un tema-Paese e va affrontato con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. Non poteva essere altrimenti. Ognuno farà la sua parte in questa sfida che ci vede impegnati con un obiettivo comune: tornare fra i banchi di scuola a settembre, in sicurezza ». Un obiettivo, però, rispetto al quale i sindacati nutrono più di qualche perplessità. Per lunedì 8 giugno, Flc– Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, hanno quindi confermato lo sciopero generale, nonostante la Commissione di garanzia ne avesse chiesto la revoca. «Il Governo pone la questione di fiducia sul decreto scuola e ancora non si preoccupa di trovare le risorse e le risposte che alla scuola servono davvero», tuona il segretario generale della Flc–Cgil, Francesco Sinopoli. E il riferimento è alla questione di fiducia posta dal governo alla Camera, dove oggi comincerà la votazione sul decreto che, tra l’altro, stabilisce le modalità dei nuovi concorsi. «La ripresa a settembre è strettamente legata ai numeri del precariato, un legame che non si può nascondere, perché all’inizio del prossimo anno scolastico tutti i nodi verranno al pettine». Di «preoccupazione reale» parla anche Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals, secondo cui per riaprire le scuole in sicurezza, «serve il doppio dell’organico, delle cattedre e del personale Ata». Senza un investimento di questo tipo, «dal 1° settembre la scuola italiana entrerà in crisi». In due mesi, aggiunge Serafini, «ci vorrebbe davvero la bacchetta magica per mettere a posto tutte le tessere, adeguando le scuole alle norme di sicurezza e aumentando gli organici ». «La nostra preoccupazione e seria, perché, con il nuovo anno scolastico, non sarà più possibile continuare con la didattica a distanza, che tanti problemi ha creato a studenti, insegnanti e famiglie», conclude la leader dello Snals.

Intanto, ieri all’istituto Manin di Roma, hanno preso il via gli esami di terza media, secondo le nuove regole dettate dall’emergenza Covid. Niente prova in presenza, ma soltanto una tesina che gli studenti presenteranno online al Consiglio di classe, cui spetta la valutazione finale. «Abbiamo pensato di gestire questo momento di accompagnamento dei ragazzi ad una fase ancora legata al percorso scolastico – spiega la preside, Manuela Manferlotti – inglobando l’esperienza scolastica con questo momento di conversazione e di ragionamento fatto insieme. Siamo stati un po’ i precursori: è stata un’idea dei docenti del Manin pensare a questo come ad un momento di crescita ed anche di soddisfazione dei ragazzi, è giusto che la scuola si sia impegnata in questo senso. Azzerati i contatti a causa dell’emergenza coronavirus, i ragazzi ne sono usciti “disanimati” rispetto alla relazione con la scuola». Ieri alla Manin hanno discusso il loro elaborato 4 gruppi di 3 ragazzi, ciascuno. «È una bella esperienza, mi godo questo momento – dice ancora la dirigente scolastica –. I docenti si sono commossi e sono stati contenti di poter raggiungere i propri ragazzi con questa modalità di esame». Si proseguirà ogni giorno fino a sabato; martedì 9 è la volta degli scrutini. Per lo svolgimento di tutte le operazioni – consegna, discussione e scrutini – ci sarà tempo fino al 30 giugno.

Paolo Ferrario

Avvenire, 4 giugno 2020