UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Profughi ucraini, 16mila bimbi in classe

Bianchi annuncia un piano per l’estate: «Ora prof specializzati»
23 Aprile 2022

In Italia, secondo gli ultimi dati del Viminale, sono arrivati 98mila profughi ucraini, di cui oltre 35mila minori. Di questi, 16mila sono entrati nelle aule italiane e altri ne arriveranno, tanto che per il prossimo anno scolastico si stima che sui banchi ce ne saranno 30mila. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, parlando davanti alla commissione parlamentare per l’Infanzia, dove ha evidenziato la necessità di risorse aggiuntive per la scuola.

Il ministero dell’Istruzione di Kiev «è stato chiaro: i minori devono tornare e devono continuare a studiare in Ucraina», ha sottolineato Bianchi. A fronte di questo, però, l’Italia stima di finire l’anno scolastico con 20-22 mila profughi ucraini in classe, e di riprendere a settembre con 28-30mila. Per questo «la scuola italiana ha bisogno di risorse. L’ho già fatto presente al Mef», ha evidenziato Bianchi annunciando anche «un piano estate rivolto all’integrazione dei ragazzi ucraini». «Ora stiamo affrontando questa fase con l’uso massiccio del personale Covid, che a settembre non avremo più. Quindi abbiamo un problema di personale, e di formazione di tutto il nostro personale». Risorse, ha precisato Bianchi, sono già state stanziate: un milione per l’assistenza linguistica, a cui si aggiungono i fondi europei del progetto Care, «che però sono allocati in maniera non conforme ai bisogni, con 33 milioni nelle regioni meno sviluppate e 11 nelle altre, mentre più della metà dei profughi è al Nord».

La guerra ha innescato un esodo di 5 milioni di persone, ucraini che hanno trovato riparo in altri Stati, dalla Polonia al Canada. E, di questi, 3 milioni sono bambini, a cui le bombe hanno tolto la casa e l’innocenza. Gli ultimi dati arrivano dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati. «Molti bambini sono morti nel conflitto, si parla di 142 ma i numeri saranno più alti quando saranno possibili le verifiche», dice Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, in audizione alla commissione parlamentare. La gran parte dei bambini che ha lasciato l’Ucraina ha potuto farlo stringendo la mano di un familiare, ma in 6.470 sono entrati nell’Ue come minori non accompagnati, prosegue Cardoletti, che pone l’accento anche sui «13 milioni di persone rimaste nelle aree assediate senza possibilità di uscita o di entrata» e a cui «è sempre più difficile portare aiuti umanitari».

La rappresentante dell’Unhcr è stata ascoltata insieme a Croce rossa e Comunità di Sant’Egidio. La presa in carico dei minori trova ostacoli nell’espletamento delle pratiche burocratiche e nella mancanza di un piano di accoglienza per affrontare il disagio psico-sanitario. E sullo sfondo c’è il rischio che donne e bambini diventino vittima di abusi e di tratta.

Avvenire, 22 aprile 2022