Prevenire il suicidio tra i giovani. L’obiettivo del progetto Spes (Sostenere e prevenire esperienze di suicidalità) sostenuto a livello europeo, è quello di riconoscere il disagio psichico degli adolescenti in alleanza con gli insegnanti. Perché è urgente intervenire? La pandemia ha impattato sulla salute mentale dei ragazzi indebolendo la relazione pedagogica con la Dad e interrompendo attività quotidiane fondamentali come i contatti sociali “faccia a faccia”. In tale scenario, le piattaforme digitali e i social media hanno assunto un’inedita centralità nell’ambito dei processi di socializzazione giovanile, con infinite opportunità ma anche numerosi rischi.
Tra le situazioni cliniche maggiormente meritevoli di attenzione per la natura potenzialmente letale delle condotte, vi sono i tentativi di suicidio e le condotte suicidarie. Si tratta infatti della seconda causa di morte in Italia e nel mondo e tra i giovani tra i 14 e i 24 anni. A questo proposito il contesto scolastico risulta essere un osservatorio privilegiato per individuare i bambini e i ragazzi a rischio di effettuare tentativo di suicidio o a rischio in termini di salute mentale, in un’ottica di prevenzione primaria.
L’identificazione di soggetti fragili che presentino pensieri suicidari è uno dei 4 elementi chiave identificato dal Who nella prevenzione del suicidio, insieme alla restrizione all’accesso ai metodi letali, al lavoro con i media perché riportino in maniera responsabile le notizie riguardanti il suicidio e alla possibilità di incrementare le risorse dei giovani nell’affrontare le difficoltà della vita. In secondo luogo, è proprio poi nel contesto scolastico, contesto “ecologico” che anche i ragazzi con patologia psichiatrica fanno ritorno dopo un percorso di cura, e la scuola torna dunque ad essere luogo privilegiato di accompagnamento ad un recupero del funzionamento e del percorso evolutivo. La letteratura scientifica raccomanda poi che le strategie di prevenzione delle condotte suicidarie in adolescenza debbano essere condotte in stretta collaborazione con i professionisti della salute mentale anche quando queste vengano attuate in contesto non clinico.
Il progetto - presentato giovedì a Torino con autorità ed esperti - intende fornire agli insegnanti sia strumenti di natura “tecnica” che strumenti “emotivi” (soft skills) perché possano riconoscere il disagio, gestirlo nel contesto classe, e effettuare invii tempestivi di adolescenti in difficoltà prima che manifestino franca patologia psichiatrica costituisce una occasione unica di prevenzione.
Avvenire, 19 febbraio 2023