Tra le conseguenze socio-economiche del Coronavirus ci potrebbe essere la chiusura del 30% delle scuole paritarie italiane, che attualmente sono 12mila, accolgono 900 mila studenti e danno lavoro a 180 mila dipendenti. A denunciarlo è Anna Monia Alfieri, suora Marcellina esperta di politiche scolastiche, già collaboratrice del Miur.
«Chi sceglie la paritaria – afferma la religiosa – paga due volte. Oltre a sostenere, tramite le tasse, il costo annuo di un alunno che frequenta le statali, che si aggira attorno ai 10 mila euro, deve sobbarcarsi il costo della retta. Per le famiglie è già una fatica pagarla in condizioni normali, figuriamoci ora, quando molti hanno perso il lavoro o sono finiti in cassa integrazione a seguito dell’emergenza Coronavirus».
Da una parte le difficoltà delle famiglie, dall’altra quelle delle scuole, come precisa suor Alfieri: «Il costo standard per formare un allievo è di circa 5.500 euro all’anno, molto di più di quanto richiesto dalle rette, che non superano i 4.500 euro, per consentire a tanti, e non solo a una élite, di frequentare. Per colmare la differenza, in questi anni le paritarie, sia laiche che cattoliche, hanno dovuto avere una gestione più che oculata, ma soprattutto si sono fortemente indebitate. Lo hanno fatto perché credono nel valore del pluralismo educativo». (…)
Parte da questa situazione la richiesta avanzata dalle scuole e sostenuta delle associazioni di genitori: «Le scuole paritarie – afferma la religiosa – non chiedono soldi per sé, ma domandano che, nell’attuale situazione di emergenza, sia consentita alle famiglie la detrazione delle rette». In un comunicato stampa diffuso il 16 aprile, la Conferenze dei Religiosi e delle Religiose in Italia (CISM ed USMI) ha fatto sapere di aver apprezzato «l’intervento dei parlamentari che, in maniera trasversale, hanno fatto sentire la loro voce, presentando una interpellanza al Governo, richiamando le ragioni di un doveroso intervento a favore della scuola pubblica paritaria che andasse oltre ogni ideologia, perché la scuola è la prima impresa di un Paese democratico, il reale volano dello sviluppo sociale ed economico. Ma guardiamo anche con preoccupazione allo stralcio degli emendamenti a favore del sostegno reale della scuola pubblica paritaria dalla bozza del Decreto Cura Italia. Auspichiamo, pertanto, che ci sia una riconsiderazione di questo nel passaggio al Senato, che avverrà nei prossimi giorni».
Stefania Cecchetti (da www.chiesadimilano.it)
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