Per molti anni ho collaborato a Popotus con riflessioni sull’insegnare oggi, sulla cultura dei ragazzi, sull’importanza di formare felici lettori a scuola, sui fatti salienti che la cronaca offre alla nostra attenzione, sull’educazione alla solidarietà tra coetanei, sulla memoria di chi ci aiuta a legare il passato al nostro presente, e così via. L’ho fatto da osservatore esterno e da insegnante nello stesso tempo, visto che a scuola ho trascorso da maestro interi decenni.
Il giornale entrava in classe come una finestra sul mondo, come un coro di voci che chiedevano di essere ascoltate e che permettevano di istituire un rapporto non fittizio tra grandi e piccoli su temi di comune interesse.
Questo è sempre stato e continua a essere Popotus, unico strumento di comunicazione che consente ai bambini e ai ragazzi di osservare, valutare, interpretare con utili chiavi di lettura tutto ciò che accade intorno a loro e che è così difficile da decifrare per chi comincia a interrogarsi sulla realtà complessa nella quale vivono oggi le nuove generazioni.
Popotus non semplifica i fatti, anche i più complessi. Li rende intelligibili e fruibili con un linguaggio preciso e accessibile. Per gli insegnanti, che a loro volta si districano a fatica su ciò che merita di essere discusso e approfondito dai loro alunni, confusi dalla miriade di messaggi che ricevono dai mezzi elettronici a loro disposizione, Popotus diventa una guida chiara e affidabile.
Il giornale spazia su tutto, non nasconde temi controversi, aiuta a veder chiaro dove si affastellano i dubbi. Il punto di vista infantile è sempre tenuto in considerazione. Nelle classi a volte non è semplice far affiorare ciò che sta davvero a cuore ai bambini e ai ragazzi, ciò che provoca emozioni che faticano a dirsi perché ci si ritiene inadatti a dare loro espressione adeguata. Perciò il giornale non soltanto educa, informa, spiega e chiarisce. Induce i lettori, e gli adulti che li accompagnano nella loro crescita, a farsi domande nuove, a non temere di manifestare punti di vista non ancora esplorati.
Diventa, insomma, una vera palestra di informazione e di confronti: il modo migliore per avviarsi a diventare adulti consapevoli responsabili.
Fare educazione civica a scuola non vuol dire soltanto insegnare massime, concetti, princìpi. Questi vanno resi vivi e concreti attraverso gli esempi che la quotidianità offre e sui quali deve esercitarsi la nostra riflessione e la nostra critica. È questo l’aiuto che Popotus offre agli insegnanti, che esercitano uno dei mestieri più difficili ma anche esaltanti del nostro tempo: stare a scuola per educare sentimenti e ragione.
I cambiamenti climatici, la scienza, le scoperte, le nuove malattie, la cura, la guerra, i confronti tra culture, i dialoghi tra diversi si intrecciano nelle pagine del giornale con equilibrio e chiarezza, offrendo risposte e possibili soluzioni a domande ardue e a problemi nuovi. Ma il giornale dà anche ampio spazio alle novità librarie per ragazzi (settore curato con passione e competenza da Rossana Sisti), ai giochi e al divertimento.
Angelo Petrosino
Avvenire, 10 settembre 2024