UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Pnrr e asili nido, i soldi ci sono. Ma i Comuni non partecipano

L’Ufficio di bilancio: più di 3.400 non hanno aderito ai bandi
28 Novembre 2022

Nonostante la «grave carenza di asili nido» sul territorio, con un tasso di copertura compreso tra 0 e 11%, più di 3.400 Comuni italiani «non hanno partecipato al bandi del Pnrr», che, complessivamente, mettono a disposizione degli enti locali 3,8 miliardi di euro, per l’intero comparto 0-6 anni. La denuncia arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che ha analizzato le graduatorie relative ai due bandi pubblicati: il primo per la realizzazione di nuovi posti negli asili nido e il secondo nelle scuole dell’infanzia. Mentre a queste ultime, nel 2020, era iscritto circa il 92,2% della popolazione di riferimento, per i nidi, al 2019, la copertura totale (sia pubblica che privata) si attestava al 26,9%, circa, sei punti in meno rispetto al Livello essenziale di prestazione sociale (Leps), fissato al 33% della popolazione compresa tra i 3 e i 36 mesi. Secondo gli esperti dell’Upb, appare «problematica» la realizzazione degli obiettivi del Pnrr in tutto il territorio nazionale. Soprattutto se si guarda al rispetto dei tempi prefissati.

Il primo obiettivo (milestone), prevede che, entro giugno 2023, siano aggiudicati i contratti, mentre il secondo obiettivo (target) «prescrive di creare 264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia entro la fine del 2025», si legge nel Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Per rispettare questa tempistica, è però necessario che gli enti territoriali riescano ad aggiudicare i lavori entro la fine dell’anno. Cioè, tra meno di un mese, al netto delle Festività. «A oggi, invece – scrivono gli esperti dell’Upb – anche a causa della riapertura dei bandi per consentire una maggiore adesione degli Enti, sono ancora in via di definizione le convenzioni tra il Ministero dell’Istruzione e gli Enti territoriali, necessarie per l’avvio dell’intera fase di realizzazione dell’opera e parte degli importi sono ancora da assegnare». Rispetto ai 3,8 miliardi stanziati, infatti, quelli assegnati ammontano a 3,4 miliardi mentre 329 milioni circa restano da assegnare. Per raggiungere il primo obiettivo, suggeriscono gli esperti, è necessaria, allora, «un’accelerazione dei tempi», anche attraverso «le procedure semplificate introdotte temporaneamente per i progetti rientranti nel Pnrr, la cui logica dovrebbe essere mantenuta nel futuro nuovo Codice degli appalti».

In ogni caso, aggiunge la nota dell’Upb, «contenuti ritardi nel conseguimento del milestone non dovrebbero pregiudicare i tempi per il raggiungimento del target». Restano comunque fuori i territori che non hanno partecipato ai bandi. Che sono, poi, anche quelli che avrebbero più bisogno di aumentare l’offerta di posti.

Paolo Ferrario

Avvenire, 26 novembre 2022