Per i prossimi sei anni sarà alla guida di uno dei più prestigiosi Atenei del nostro paese, storico polo di riferimento di letterati e scienziati, umanisti e artisti, da cui sono passati premi Nobel e generali napoleonici. Tra le mura di questo tempio del sapere il valore della cultura è profondo. Nonostante la pesante eredità, Francesco Svelto, ingegnere elettronico di 53 anni, appare a proprio agio nel nuovo ruolo di rettore dell’Università di Pavia. Il curriculum, del resto, lo permette: può vantare innovativi progetti nell’ambito della microelettronica, relazioni internazionali di tutto rispetto, consolidati rapporti con il mondo delle imprese, al quale ha già dimostrato grande attenzione. Innovazione e dinamismo, coesione e gioco di squadra sono i mantra del new deal pavese. L’ambiziosa proposta intende agire su due fronti: rafforzare didattica e ricerca, e, parimenti, sviluppare un interscambio proficuo con il mondo del lavoro e rendere riconoscibile l’Ateneo in termini di internalizzazione e cosmopolitismo. Con la capacità, quindi, di 'attrarre cervelli'.
Professore, anno di rivoluzioni ai vertici delle istituzioni pavesi, questo 2019. Un’occasione da cogliere per la città?
Certamente. L’avvicendamento simultaneo ai vertici di diverse istituzioni locali - Comune, IUSS, Policlinico San Matteo, CNAO - ha evidenziato l’esigenza di intesa e integrazione progettuale a tutti i livelli. È importante che Pavia si imponga quale interlocutore capace, forte delle sue competenze, e compatto sul fronte strategico. Per gli enti di formazione e ricerca, gli IRCCS e le Fondazioni si aprono opportunità da non perdere: a Pavia, del resto, non mancano le condizioni per uscire dai confini geografici del nostro territorio, per guardare oltre l’orticello di casa.
Nello specifico, quale ruolo potrebbe investire l’Università?
Il mondo del lavoro è la nostra interfaccia naturale. Se intendiamo fornire ai nostri ragazzi un ciclo formativo compiuto, occorre instaurare un filo diretto con le aziende, soprattutto quelle aperte alle tematiche avanzate, e attrarre nuove imprese per iniziative ad alto contenuto innovativo, favorendo progetti scientifici comuni e adeguati finanziamenti per la ricerca. In particolare, durante il mio mandato, mi spenderò per la nascita a Pavia di una nuova infrastruttura in grado di accogliere aziende e un centro di per l’ambiente.
Questo significa creare più figure professionali, oggi inedite? Quando parla di 'inclusione', si riferisce a come inserire le nuove professionalità nel mondo del lavoro, o pensa anche ad altre forme di inclusione?
Il mio personale impegno, nei prossimi sei anni, intenderà garantire politiche inclusive degli studenti. Nessun giovane meritevole e desideroso di accedere alla nostra università rimarrà escluso per ragioni legate al reddito familiare. Includere significa, innanzitutto, contrastare gli abbandoni, intervenendo con tutti gli strumenti disponibili. Obiettivo è aumentare il numero di studenti iscritti e diminuire quello degli abbandoni. E poi Pavia è una città ideale per studiare e vivere intensamente uno dei periodi più belli della vita. È una città a misura d’uomo, accogliente, verde. Con una rete di collegi universitari unica in Italia, permette ai giovani di uscire da casa dei genitori in modo sicuro e non impegnativo sotto il profilo economico.
Oggi però i giovani guardano sempre più all’estero per cercare opportunità di lavoro; come rispondere a questa esigenza?
L’istituzione di scuole estive, semestri all’estero, doppie lauree con altre università europee ed extra-europee di prestigio risponde proprio alla domanda degli studenti di fare esperienza presso realtà internazionali, così da elevare le possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. L’apertura internazionale riguarda anche docenti e ricercatori e offre l’opportunità di collaborare in contesti prestigiosi, con progetti di scambio reciproco. In questo senso perseguiremo l’attivazione di dottorati di ricerca congiunti con università straniere. L’auspicio è che all’Università di Pavia siano sempre più numerosi gli studenti stranieri, e che Pavia divenga una città sempre più internazionale.
Quale sarà il suo impegno per i ricercatori?
La ricerca fondamentale va sostenuta. A livello italiano, andrebbero garantiti con continuità bandi per Progetti di rilevante interesse nazionale (PRIN). Un’Agenzia per la Ricerca è una esigenza ormai indifferibile per il nostro Paese. Con questo convincimento, a Pavia rafforzeremo i dottorati di ricerca, con un graduale, ma significativo, aumento del 10% dei posti di dottorato finanziati con borse.
Quali le prospettive della Sanità pavese che vanta una prestigiosa tradizione?
Il suo prestigio è indiscutibile e non mi dilungo, ma necessita di un rilancio: maggior dialogo tra ricerca di base e clinica, intesa progettuale tra i nostri tre IRCCS, scelte condivise nei convenzionamenti universitari, a partire dalle apicalità.
Edilizia: in quale direzione rivolgerà la sua attenzione da subito?
Sono in cantiere importanti iniziative. Innanzitutto, sono iniziati i lavori per il 'Campus della Salute' della nostra Facoltà di Medicina: una struttura che occuperà un’area di circa 8.500 mq. con aule, biblioteche, uffici amministrativi e un centro integrato di didattica simulata. Altrettanto importanti saranno la realizzazione di un nuovo polo didattico di Scienze del Farmaco, previsto entro il 2022, e la nascita di una nuova biblioteca di area politico-giuridico sociale.
Silvia Camisasca
Avvenire, 21 novembre 2019