UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Più donne per la scienza (e per il bene dell’Italia)

Il rapporto di Almalaurea: lavoratrici ancora penalizzate
1 Febbraio 2022

C’è bisogno che le ragazze si appassionino di più alle materie scientifiche, per riequilibrare e rendere più equo un mercato del lavoro ancora fortemente sbilanciato, a svantaggio delle donne e non privare il Paese del contributo importante di cittadine preparate ma ancora poco valorizzate. Un nuovo segnale alle studentesse affinché si dedichino con maggior entusiasmo alle cosiddette materie Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) arriva dal primo Rapporto tematico di genere del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che conferma come le studentesse rappresentino la maggioranza dei laureati (il 60% del totale nel 2020) e conseguano votazioni più alte (103,9 contro il 102,1 dei maschi). A cinque anni dal conseguimento della laurea, però, il tasso di occupazione femminile è l’86% rispetto al 92,4% degli uomini e sono pagate il 20% in meno dei colleghi: 1.374 euro al mese contro 1.651. Infine, solo il 2,2% delle donne arriva, sempre a cinque anni dalla laurea, a ruoli di alto livello (imprenditoriale o dirigenziale), mentre per gli uomini l’incidenza quasi raddoppia (3,9%).

C’è, insomma, ancora molto da fare per arrivare a una vera parità anche in questo campo e, secondo la ministra dell’Università, Cristina Messa, la «minore valorizzazione delle donne sul mercato del lavoro» potrebbe essere superata con «interventi di sistema», tra cui, appunto, un maggior numero di donne laureate in materie scientifiche. «Il fatto che i divari tra laureate e laureati in materie Stem siano più contenuti è sicuramente un segno positivo e la prova che le misure che stiamo adottando, dall’orientamento verso le materie scientifiche al supporto con quote premiali per le borse di studio in favore delle ragazze che scelgono questi percorsi di studio, ci stanno indirizzando sulla strada giusta», commenta la ministra.

Anche per il presidente della Conferenza dei Collegi universitari di merito, Vincenzo Salvatore, «favorire la partecipazione delle studentesse ai corsi di laurea Stem è senz’altro una strada da percorrere», per colmare «un divario di genere nel mondo del lavoro non più accettabile». Un contributo in questo senso arriva dall’Istituto tecnico industriale “Lucarelli” di Benevento, che su oltre mille studenti, conta appena 40 ragazze. Qui insegna Carlo Mazzone, primo italiano a entrare, nel 2020, nella top10 del Global Teacher Prize.

Con gli altri finalisti italiani degli anni precedenti (Barbara Riccardi del 2016, Armando Persico del 2017, Lorella Carimali del 2018, Giuseppe Paschetto del 2019 e Leonardo Durante del 2021), lancia il progetto Steam, aggiungendo la “A” di Arte all’acronimo tradizionale. «Significa esaltare il ruolo creativo già, comunque, presente nel contesto tecnologico – spiega Mazzone – e nel quale le ragazze possono v edere con maggior interesse un loro ruolo attivo».

Paolo Ferrario

Avvenire, 30 gennaio 2022