UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Pistole (finte) e accoltellamenti in classe

Rovigo, Napoli, Foggia: cosa sta succedendo nelle nostre scuole
27 Ottobre 2022

Aggressioni, violenze, insulti. E non solo da parte degli studenti, se è vero (come è vero) che appena settimana scorsa ha tenuto banco per giorni la notizia dello scontro tra i genitori arrabbiati perché in classe la figlia non poteva entrare col cellulare e il preside. Preside aggredito e malmenato. Mentre si dibatte di “merito”, polemizzando sul nuovo nome del ministero dell’Istruzione (oltre che su chi è stato chiamato a dirigerlo), ieri è stata l’ennesima giornata di Far West nelle scuole italiane. Cominciata con la notizia di un assurdo tiro al bersaglio (con tanto di pistola ad aria compressa) ai danni di una professoressa andato in scena – e naturalmente ripreso coi telefonini, condiviso in rete, diventato virale – in una scuola di Rovigo. E poi uno studente che ha accoltellato un suo compagno a Napoli, un istituto evacuato a Foggia perché qualcuno ha spruzzato uno spray urticante, o peggio tossico, causando problemi e malori a diversi studenti.

L’episodio di Rovigo è senz’altro il più choccante: gli studenti di una classe prima dell’Istituto Viola Marchesini hanno rischiato di ferire in modo grave una loro professoressa, sparandole contro, nel bel mezzo di una lezione, due colpi con una pistola ad aria compressa, e colpendola in pieno. Non contenti di questo, i ragazzi hanno filmato la bravata, piazzando un cellulare vicino alla cattedra, e l’hanno diffusa via chat. L’episodio si è verificato la scorsa settimana, ed è stato infine pubblicato anche sui media locali. La professoressa sarebbe stata colpita due volte, prima alla testa e poi a un occhio.

Disarmante la ricostruzione della dirigente dell’istituto, Isabella Sgarbi, che oltre ad assumere i necessari provvedimenti disciplinari verso i ragazzi, ha avvertito la Polizia e convocato i genitori, cercando di avviare un percorso di rieducazione e non soltanto di punizione. «Come docenti – ha commentato – più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, perché i ragazzi non hanno percepito il disvalore del loro gesto, hanno reagito come fosse un gioco. Si è trattato di allievi di una prima classe, quindi giovani, che si sono anche autodenunciati del fatto. Non provengono da famiglie con disagio, sono ragazzi normali. Solo hanno preso la cosa come un gioco. Ma hanno irriso un pubblico ufficiale, non hanno capito la scala dei valori» ha sottolineato.

Ancora sconcerto, ancora superficialità, questa volta a Foggia. Dove circa 300 studenti sono stati evacuati dagli istituti Einaudi e Lanza, facenti parte di un medesimo complesso, perché accusavano problemi respiratori. I vigili del fuoco hanno ipotizzato che sia stato sparso nell’ambiente dello spray al peperoncino, o forse anche una sostanza tossica, nel corridoio che collega le due scuole: tra i sintomi registrati fra i ragazzi vi è stata soprattutto la lacrimazione degli occhi. Alcuni studenti sono andati in pronto soccorso per farsi medicare e perché spaventati. A chiamare i vigili del fuoco sono stati i dirigenti scolastici. E a Napoli, nel quartiere di Miano, un ragazzino di 15 anni è stato accoltellato nell’area scolastica di un istituto professionale per servizi di enogastronomia e ospitalità alberghiera. Ora è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cardarelli, ma non sarebbe in pericolo di vita. La Tac cui è stato sottoposto non ha evidenziato lesioni ad organi vitali, ha una ferita al braccio e una al torace. Autore dell’agguato, un suo coetaneo.

Episodi che fanno dire all’ex sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, come «la scuola debba recuperare autorevolezza». «Ormai per molti adolescenti – scrive Sasso – è saltato il confine tra ciò che è bene e ciò che è male, non si ha alcun timore reverenziale né rispetto nei confronti degli insegnanti, anzi si aggrediscono tra le risate dei compagni. Immagini queste che fanno veramente male a chi come me (e non solo) ama fortemente la scuola. Casi isolati? Purtroppo no. La scuola deve immediatamente recuperare autorevolezza contro questa deriva».

Giulio Isola

Avvenire, 26 ottobre 2022