UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Percorsi professionali: lavora il 70% in 3 anni

Rapporto inapp sui risultati di questa scelta formativa
2 Settembre 2021

Quella formativa è una delle aree principali in cui investire se si vuole contare su una crescita robusta e ad alto tasso di occupazione. Una conferma arriva dal fatto che le misure messe in campo finora stanno dando risultati significativi.

Secondo quanto emerge dal Rapporto realizzato dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), a tre anni dal completamento del percorso di istruzione e formazione professionale (IeFp) lavora il 69,2% dei diplomati e il 62,2% dei qualificati, con un tasso di coerenza dell’occupazione rispetto al percorso formativo del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati. Inoltre, a due anni di distanza dal conseguimento della specializzazione con l’Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) la quota di occupati è del 64%. L’80% di coloro che lavorano ha trovato occupazione entro un anno dalla fine del corso. Il tasso di occupazione a un anno dal diploma per gli Istituti tecnici superiori (Its) è dell’83%, con una coerenza tra percorso formativo e occupazione del 92%.

I numeri, insomma, dimostrano che la formazione professionale paga. «Appare evidente come tali filiere non si trovino a vivere la criticità tipica di altre componenti del sistema educativo nazionale, il cui tradizionale limite è costituito dalla debolezza del legame fra formazione e lavoro – osserva il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda –. Al contrario questo legame costituisce la principale chiave del successo di queste tipologie di percorsi. Il mondo imprenditoriale guarda infatti con grande attenzione a questi percorsi che costituiscono un bacino di reclutamento delle professionalità tecniche di livello iniziale e intermedio».

Da un punto di vista lavorativo dunque, viene sottolineato, la filiera lunga della formazione tecnico professionale sembra funzionare. «I numeri confermano come questi percorsi non siano un’istruzione di serie B ma costituiscano una strada formativa parallela a quella tradizionale che deve essere potenziata e ampliata – sottolinea la sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali, Rossella Accoto –. C’è un grande lavoro da fare nel prossimo futuro: è necessario rendere più omogenea l’offerta formativa professionale su tutto il territorio nazionale e occorre lavorare sulle convinzioni radicate nelle famiglie italiane per aumentare la consapevolezza che questo tipo di percorsi sia una strada valida per il futuro dei figli».

Al trend fa eco una crescente partecipazione. Il sistema IeFp ha visto quasi triplicare la partecipazione degli utenti, tra percorsi realizzati nell’ambito dei centri accreditati e percorsi erogati dagli istituti professionali in regime cosiddetto di 'sussidiarietà'. Si è passati infatti dai 107mila allievi nell’anno formativo 2009-10 (nei soli centri accreditati) per arrivare, con l’avvento dei percorsi IeFp negli istituti professionali, a 348mila nel 2014-15, fino a rimbalzare a 288mila iscritti nel 2018-19. Più contenuti i numeri per i percorsi Ifts e Its: 3.976 e 4.606 allievi per i corsi terminati nel 2018.

Luca Mazza

Avvenire, 2 settembre 2021