UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Perché una «sana» pedagogia non può escludere la religione

All’Università Cattolica di Milano un incontro su come superare le chiusure del mondo accademico al ruolo della fede nella formazione
29 Maggio 2018

Educazione e religione: per un credente è un binomio del tutto naturale e sensato. Se dalla vita quotidiana si passa però al mondo accademico-scientifico, e l’educazione diventa pedagogia, ovvero la disciplina che studia i processi dell’educazione e della formazione umana, le cose si fanno molto più complicate. «La riflessione sull’educazione religiosa è stata trascurata per molti anni nel nostro Paese fino a quattro cinque anni fa, quando il tema ha iniziato a ricevere una nuova attenzione da parte del mondo universitario» spiega Paola Dal Toso, docente di Storia della pedagogia presso il dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona.

Il motivo di questa trascuratezza, dice Dal Toso, è da far risalire a un atteggiamento laico e spesso laicista che ha impregnato il mondo accademico: «Se lei per esempio prende in mano un manuale di psicologia si accorgerà che la dimensione religiosa non c’è, la persona è trattata da tanti punti di vista, ma la visione dev’essere globale e per essere tale non si può escludere la dimensione religiosa, costitutiva dell’uomo da quando è apparso sulla faccia della terra, con la sua ricerca di un senso alla propria esistenza. Oggi il retaggio di indifferenza al fenomeno religioso sembra lentamente venir meno, però assistiamo a un nuovo tipo di resistenza o diffidenza, per esempio di chi vede la radice di un certo terrorismo nell’esaltazione religiosa e quindi vede la religione in sé come potenzialmente pericolosa».

Di questo e molto altro si è parlato ieri all’Università Cattolica in un incontro intitolato «Educazione ed esperienza religiosa, uno sguardo pedagogico ». Incontro in due tempi. Il primo è stato un seminario che ha visto protagonista un gruppo di ricerca di 35 esperti nato nell’ambito della Siped (Società italiana di pedagogia) e in particolare, oltre a Dal Toso, Andrea Porcarelli, docente di Pedagogia generale e sociale, all’Università di Padova, e Pierpaolo Triani, docente di Didattica generale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. «La Siped ha preso avvio nel 1989 – spiega sempre Dal Toso – quattro anni fa è partito appunto un gruppo di ricerca che ha promosso una riflessione sull’educazione religiosa che sta trovando il suo sbocco in una collana di libri presso un’editrice laica e prestigiosa come Franco Angeli ».

La collana è stata illustrata nella sessione pomeridiana dell’incontro, presenti la co-direttrice, Maria Teresa Moscato – docente di Pedagogia generale presso l’Università di Bologna, a cui si deve in buona parte il risveglio del tema religioso nell’ambito della pedagogia universitaria – e l’assistente ecclesiastico generale della Cattolica, il vescovo Claudio Giuliodori. Quattro i volumi finora usciti: «Diventare adulti, diventare cristiani. Sviluppo adulto e fede cristiana» (con la partecipazione di James W. Fowler, ministro della Chiesa unitariana metodista, un’autorità nell’ambito della relazione fra teologia e sviluppo umano, scomparso nel 2015), «L’esperienza religiosa. Linguaggi, educazione, vissuti», «Musica ed esperienza religiosa. Un’ipotesi di ricerca tra musicologia e pedagogia» e l’ultimo, presentato ieri, «Educazione ed esperienza religiosa. Una relazione necessaria e impossibile», curato da Dal Toso insieme a Daniele Loro, docente di Educazione degli adulti, Filosofia dell’educazione ed Ermeneutica pedagogica all’Università di Verona. «Un approccio multidisciplinare – commenta Moscato – che guarda all’Italia e non solo: tra i prossimi volumi in uscita uno sarà infatti dedicato a una frontiera solo apparentemente lontana, quella della religione in Cina e delle sue trasformazioni».

Andrea Galli

Avvenire, 29 maggio 2018