UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Per una scuola a distanza oltre le distanze

Le studentesse dell’Università Cattolica di Piacenza, mettendosi al fianco degli insegnanti, assistono da remoto gli alunni della primaria
12 Maggio 2020

YEP! Un acronimo che racchiude in sé tutto l’entusiasmo che ha mosso diciassette studentesse iscritte alla facoltà di Scienze della formazione, del campus di Piacenza. Sollecitate dalla professoressa Elisabetta Musi e dalla tutor Anna Paratici, senza indugio e nonostante i limiti imposti dal Covid-19, hanno aderito prontamente al progetto Young Educators Project per l’affiancamento didattico degli studenti delle scuole elementari.

«Le nuove tecnologie hanno tentato di sopperire alla distanza e all’isolamento sociale e il personale dei servizi educativi e scolastici ha tessuto con perseveranza e tenacia una trama invisibile di contatti e dialoghi con bambini, bambine», ha dichiarato la professoressa Musi. «Ma la situazione, lo sappiamo, è complicata: alcuni bambini, nonostante la scuola abbia fornito i supporti informatici, non sono in grado di usarli, alcuni genitori sono assorbiti da occupazioni, preoccupazioni, attività di accudimento e cura, e faticano a sostenere i più piccoli nei loro compiti. I contatti si sono rarefatti, alla lunga hanno perso significatività. Il rischio è che qualcuno si perda».

Per non lasciare indietro nessuno, 25 classi di 20 scuole primarie, 90 piccoli alunni e 75 maestre sono diventati protagonisti di YEP!, il progetto con cui 17 studentesse iscritte prevalentemente alla laurea magistrale in Progettazione pedagogica nei servizi per minori attivata, a Piacenza dalla facoltà di Scienze della formazione, si sono messe al fianco di insegnanti, alunni e alunne di scuola primaria, partecipando alle lezioni per poi attivare collegamenti con gruppi ristretti di bambini, quelli che procedono più lentamente, che magari devono condividere il tablet con i fratelli o che forse sono semplicemente stanchi e demotivati, e li aiuteranno a fare i compiti, a riprendere i concetti spiegati in classe dalle maestre, a rinforzare le loro competenze «in un contesto anche giocoso, ma non per questo meno efficace».

Relazione, empatia e regolarità sono le parole che secondo Giorgia Labrugo, studentessa dell’ultimo anno di magistrale, ben identificano il senso di questo percorso. «Sono stata assegnata ad una seconda elementare in cui le video lezioni non sono state attivate in queste settimane. Ho partecipato al primo video saluto di classe: i bambini erano entusiasti di rivedere compagni e maestre, ma anche tristi per l’impossibilità di tornare in aula. Ma soprattutto erano felici di sapere che non ci si fosse dimenticati di loro! Mi hanno accolta con curiosità e con un gruppo di loro mi incontrerò durante i pomeriggi per supportarli in questo ultimo mese di scuola».

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Sabrina Cliti

Cattolica News, 7 maggio 2020