UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Per gli studenti in “quarantena” è cresciuta l’autostima

Il progetto educativo #PiazzettaDigitale della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes e del Miur: giovani a confronto
8 Giugno 2020

Qual è la “salute emotiva” degli studenti italiani dopo la quarantena e il contenimento sociale a cui sono stati costretti per la pandemia? E cosa pensano della didattica online? Apprezzano di più se stessi, guardano con maggiore fiducia al domani, sono più disposti a raccontare i loro sentimenti e si ritengono, in gran parte, stimolati dalle proposte degli insegnanti. Centoventi ragazzi dai 14 ai 17 anni si sono confrontati su questi temi partecipando a tre incontri virtuali, tenuti con cadenza settimanale in diverse piazze d’Italia, da Milano a Napoli a Palermo.

È il progetto educativo #PiazzettaDigitale sviluppato dalla Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes (organizzazione internazionale voluta da Papa Francesco per favorire la cultura dell’incontro) e dal Miur nell’ambito del “Piano nazionale scuola digitale”. I risultati emersi dalle videoconferenze mettono in evidenza come gli adolescenti abbiano saputo privilegiare, nella loro visione del futuro, i sentimenti positivi rispetto alla paura: il 53,7% ha dichiarato infatti di essere fiducioso, il 31,7% ha espresso incertezza e solo il 14,6% ha manifestato timori per ciò che potrà accadere. Ma il dato più significativo è senz’altro quello sull’autostima, che è cresciuta, dopo il lockdown, per il 25,86% degli studenti, mentre il 14,8% si è detto ottimista e il 54,82% ha ammesso di avere ora più possibilità di parlare delle proprie emozioni. Tutti fattori che dimostrano come la “salute emotiva” dei giovani sia ottima, nonostante le rinunce e i disagi sopportati per tre mesi con l’interruzione improvvisa della scuola “in presenza”.

«Studi scientifici collegano la presenza delle emozioni piacevoli o positive con la salute e sottolineano che hanno anche un effetto neutralizzante sull’influenza fisica delle emozioni negative, migliorando la risposta immunitaria» commenta Ana Victoria Poenitz, coordinatrice dell’area di valutazione di “Scholas global”. Inoltre, dai cyber-incontri risulta che il 65% degli studenti che si sono confrontati nelle piazzette digitali (quasi tutti partecipano a lezioni a distanza) si sente «abbastanza motivato» dai contenuti proposti online dagli insegnanti, mentre il 22,5% è «altamente motivato» e solo il 12,5% ha dichiarato di essere «poco o per nulla motivato». Una ragazza ha detto che «i professori sono la colonna portante della società e dovrebbero insegnare soprattutto ai più piccoli l’uguaglianza e l’amore». Gloria di Palermo ha commentato: «La scuola la rappresentano i compagni, i professori e le professoresse che a volte diventano come le mamme e solo se perdi questi rapporti puoi capirne il valore». «Esiste un legame indissolubile tra educazione e istruzione – ha affermato Giorgia di Bari –, entrambe andrebbero impartite dalla scuola, perché non ci può essere istruzione dove non c’è educazione e viceversa».

Grazie al lavoro congiunto tra Scholas Italia e Ministero dell’Istruzione, oltre 2 mila giovani italiani hanno potuto vivere e far parte dei diversi programmi educativi. Un’attività che José María Del Corral, direttore mondiale di Scholas, ha commentato così: «Come afferma Papa Francesco, tutto il nostro lavoro diventa forte quando entra nell’ambito di una politica dello Stato. È un modo concreto per sviluppare il “Patto di educazione globale”». «Il nostro metodo è basato sull’ascolto, sull’aprirsi all’altro per dialogare e interagire – spiega Alessandra Graziosi, coordinatrice italiana di Scholas –, lo abbiamo adottato anche con i docenti che parteciperanno, assieme ai loro ragazzi, a un incontro di fine anno scolastico che abbiamo organizzato in “piazzetta digitale” l’11 giugno, alle ore 21: e verranno tutti, studenti e professori, con l’abito della festa e tanta gioia nel cuore».

Fulvio Fulvi

Avvenire, 6 giugno 2020