UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Per educare, passione fiducia e speranza

Perfetti imperfetti
23 Marzo 2021

I consigli per educare si sprecano: esiste a questo proposito un’immensa bibliografia, ricca anche di testi di ottima qualità. Ma c’è, oggi, una fatica particolare, che rende scoraggiati e incerti davanti al compito: dopo tanti anni di libri, conferenze, consigli, i genitori si sentono stanchi e poveri di energie, sopraffatti dalla sensazione di essere soli davanti a qualcosa che li sovrasta.

Niente sembra garantire la riuscita del compito, niente assicura che i nostri figli cresceranno sereni, che schiveranno i molti pericoli che ci spaventano, che avranno una vita buona. Si ha la sensazione di un 'troppo' che stanca e confonde, spingendo alla rinuncia: troppe sembrano le cose necessarie per essere genitori all’altezza, troppe e troppo difficili, impossibili per noi, adulti imperfetti alle prese con problemi personali cui spesso non riusciamo a trovare una soluzione. Forse è giunto perciò il momento di tornare all’essenziale e domandarci qual è il vero cuore del rapporto educativo: cosa può fare di noi, malgrado i nostri limiti, la risorsa migliore per i nostri figli e ci permette di dare risposta alla fiducia che il cucciolo d’uomo nutre per coloro ai quali la vita lo affida. Io credo che un buon rapporto educativo richieda soprattutto passione, fiducia e speranza.

La passione per la vita è il cuore di ogni relazione nutriente con le persone che crescono; se si ascoltano i ragazzi, si scopre che niente è per loro così difficile da sopportare come un genitore sempre preoccupato, rabbuiato e lamentoso, privo di slancio vitale. Niente li schiaccia più della nostra sfiducia, del nostro cinismo, della nostra attitudine disillusa. Hanno bisogno di vedere in noi i testimoni della promessa che vivere appassiona, che vivere 'vale la pena'. Quando affermiamo che qualcosa 'vale la pena', diciamo appunto questo: che ci sono anche una pena e una fatica da sopportare, ma che sono una piccola cosa rispetto al valore verso cui tendiamo. Testimoniamo l’esistenza di un senso, di una felicità possibile: esiste per noi qualcosa di vitale che ci fa alzare al mattino, uno scopo per cui lottare, qualcosa che va al di là della pura soddisfazione dei bisogni e che tiene aperto il futuro.

Proprio per questa apertura al futuro è però indispensabile anche un atteggiamento di fiducia: non tutto è stato detto, non tutto è stato fatto, e i nostri figli sono sempre e comunque, generazione dopo generazione, i portatori potenziali dell’inedito e dell’imprevisto; possono ancora inventare, possono ancora stupirci, possono ancora rendere il mondo un posto migliore, purché diamo loro il credito che merita ogni nuova vita. I nostri figli non hanno bisogno di trovare in noi risposte già confezionate a tutte le domande: hanno bisogno piuttosto che sappiamo suscitare e tenere aperte le loro domande, senza venire sopraffatti dal nostro bisogno di dare buoni consigli e buone soluzioni, o convinti che le soluzioni migliori siano in ogni caso le nostre. I nostri figli hanno bisogno di inventare di nuovo la vita, sorretti dallo sguardo fiduciosi di chi li ama: sguardo che dice 'credo in te, ce la farai', sguardo di curiosità autentica per l’imprevisto e il nuovo che ogni figlio può portare nel mondo.

La nostra passione e la nostra fiducia, però, non possono nascere nel vuoto: hanno bisogno di un fondamento, e questo fondamento è la virtù della speranza. La mancanza di passione e di fiducia che oggi si respirano diffusamente e che rendono così faticoso anche educare è legata alla generale caduta di quella speranza che è caratteristica distintiva del sentire cristiano; citando Benedetto XVI «... elemento distintivo dei cristiani è il fatto che essi hanno un futuro:... sanno nell’insieme che la loro vita non finisce nel vuoto». Dobbiamo dunque tornare all’essenziale e attingere con decisione alle nostre radici; niente della nostra vita va perduto e ogni singolo momento, gesto, pensiero portano in sé un senso: un senso da coltivare e trasmettere anche alle nuove generazioni.

Mariolina Ceriotti Migliarese

Avvenire, 21 marzo 2021