Resta ancora tutta in salita la strada delle scuole paritarie verso la maturità e la riapertura a settembre, anche se pare aprirsi uno spiraglio per nuovi finanziamenti per far fronte all’emergenza Covid–19. Mentre per gli istituti statali il decreto–rilancio prevede 1 miliardo e mezzo di nuove risorse per la messa in sicurezza e la sanificazione degli edifici, per le scuole paritarie sono stati decisi stanziamenti per 80 milioni, esclusivamente destinati a coprire le rette dei servizi per l’infanzia nella fascia 0–6 anni. Per le scuole dalla primaria alla secondaria di secondo grado, si è aperto un varco ieri sera. Dietro specifica richiesta della ministra della Famiglia, Elena Bonetti, il titolare delle Finanze, Roberto Gualtieri, si è formalmente impegnato a inserire nella bozza del decreto 62 milioni aggiuntivi per le paritarie dalle elementari alle superiori.
Mancano ancora, invece, il Fondo specifico e la completa detraibilità fiscale del costo della retta, chiesti dal deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi. Che ora confida sia il Parlamento ad apportare modifiche al decreto. «Le paritarie, senza un aiuto per le famiglie, rischiano di non ripartire a settembre », avverte. Un «intervento immediato» della ministra Azzolina è sollecitato dalla capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, mentre nel decreto all’esame del governo c’è «troppo poco» anche per il deputato del Partito democratico, Stefano Lepri, che parla di «una scelta non comprensibile, perché la libertà educativa è un diritto ». Che molte famiglie potrebbero vedersi negato se, alla fine, le scuole paritarie fossero costrette a chiudere proprio per la mancanza di sostegno in questa fase di emergenza.
Secondo uno studio di Tortuga – think–tank di studenti, ricercatori e giovani professionisti del mondo dell’economia e delle scienze sociali, nato nel 2015, che attualmente conta 53 membri sparsi tra Europa e il resto del mondo – c’è il rischio concreto che il 30% delle paritarie possa decidere di chiudere, riversando sulla scuola statale almeno 250mila alunni. «La qualità ne risentirebbe – si legge nella ricerca –. Supportare le paritarie diventa così un tema di salvaguardia della scuola statale, un peso che non può essere sostenuto dalle sole famiglie», avvertono i ricercatori. Che, come prima misura di sostegno, pensano alla «detraibilità fiscale del 50% della retta», per ciascun figlio iscritto alla scuola paritaria.
Paolo Ferrario
Avvenire, 14 maggio 2020