E’ stato diffuso oggi, 7 giugno, il documento del Cnsc (Consiglio nazionale della scuola cattolica), intitolato “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”. Abbiamo chiesto a mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, e del Cnsc, di presentarcelo.
Eccellenza, quali sono le ragioni e gli obiettivi del testo?
Il documento del Consiglio nazionale della scuola cattolica che oggi viene reso pubblico, è frutto del lavoro comune compiuto dalle varie sigle e realtà che lo compongono e che rappresentano mondi in parte diversi per età, modalità di gestione e destinatari. La convergenza di tanti soggetti merita una adeguata considerazione, poiché mostra che è matura l’esigenza e la volontà di portare all’attenzione della pubblica opinione e delle istituzioni una questione che interessa tutta la scuola, e non solo una sua parte. A questo proposito va notato che una attenzione specifica viene rivolta alla formazione professionale, spesso dimenticata o considerata un luogo formativo minore, mentre possiede grandi opportunità educative e rivela sempre di più la sua vocazione inclusiva.
A chi si rivolge?
Il documento si prefigge di sensibilizzare il mondo politico e amministrativo, a cui appartengono le maggiori responsabilità per colmare i vuoti legislativi esistenti. Sua intenzione esplicita, e non di minore importanza, è anche richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica nel suo complesso, perché vengano superati punti di vista ideologici o superficiali su quella che è una grande realtà educativa del nostro paese, che travalica i confini della comunità ecclesiale.
Perché, pur essendo la scuola paritaria componente del sistema scolastico nazionale, il cammino verso la parità piena è ancora incompiuto?
I motivi sono diversi. Un peso considerevole l’ha proprio il pregiudizio diffuso secondo cui la scuola paritaria, spesso confusa con la scuola privata, rappresenterebbe una minaccia per la scuola statale, mentre il suo servizio ha carattere pubblico e la rende parte integrante di un sistema scolastico plurale per offerta educativa a cui si accede per libera scelta, come dovrebbe essere una scuola moderna e come è esperienza consolidata in tutti i paesi più avanzati. Pesa pure l’equivoco su costi e benefici che impedisce di riconoscere i vantaggi economici che un sistema plurale già adesso arreca alla collettività. Al riguardo, il documento avanza proposte concrete che possono facilmente trasformarsi in iniziative legislative e in forme di riorganizzazione del sistema scolastico.
Forse nel nostro Paese manca la “cultura della parità”. Quale è il suo valore e come farlo comprendere alla società e alla politica?
È da notare che il testo non parla mai della sola scuola cattolica, ma della scuola paritaria nella sua interezza: è un approccio laico, appunto come è pubblico, ossia aperto a tutti, il servizio che tali scuole svolgono. A beneficiare della loro presenza è tutto il sistema scolastico e l’intera società italiana. I diritti di cui si parla appartengono a tutti: se nel nostro Paese crescerà la libertà di scelta educativa, oggi di fatto mortificata, sarà una vittoria di tutti. Possiamo solo avere fiducia che i passi avanti fatti negli ultimi anni, anche a livello politico, proseguano con coraggio ed efficacia crescenti.
Giovanna Pasqualin Traversa
Sir, 7 giugno 2017