UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Papa Francesco: “Lo studio serve a porsi domande”

Durante la visita pastorale a Bologna il Papa incontra gli studenti e il mondo accademico e chiede “una cultura a misura d’uomo”
2 Ottobre 2017

“Non potevo venire a Bologna senza incontrare il mondo universitario”. È cominciato così domenica 1 ottobre, in piazza San Domenico, l’incontro del Papa con il mondo dell’università, alla presenza di migliaia di studenti oltre che delle autorità e del personale accademico. “L’Università di Bologna è da quasi mille anni laboratorio di umanesimo”, ha ricordato Francesco: “Qui il dialogo con le scienze ha inaugurato un’epoca e ha plasmato la città”, ha proseguito a proposito del “carattere universale” dell’università, “che non ha mai paura di includere”. “L’accoglienza che riservate a studenti provenienti da contesti lontani e difficili è un bel segno”, il riconoscimento del Papa: “Che Bologna, crocevia secolare di incontri, di confronto e relazione, e in tempi recenti culla del progetto Erasmus, possa coltivare sempre questa vocazione!”, l’auspicio.

“Tutto qui è iniziato attorno allo studio del diritto, a testimonianza che l’università in Europa ha le radici più profonde nell’umanesimo, cui le istituzioni civili e la Chiesa, nei loro ruoli ben distinti, hanno contribuito”, ha detto il Papa, sottolineando che “lo stesso san Domenico rimase ammirato dalla vitalità di Bologna e dal grande numero di studenti che vi accorrevano per studiare il diritto civile e canonico. Bologna col suo Studium aveva saputo rispondere ai bisogni della nuova società, attirando studenti desiderosi di sapere”. “La ricerca del bene”, per Francesco, “è la chiave per riuscire veramente negli studi; l’amore è l’ingrediente che dà sapore ai tesori della conoscenza e, in particolare, ai diritti dell’uomo e dei popoli”.

E sul “Diritto alla cultura, diritto alla speranza, diritto alla pace” è proseguito il discorso del Papa al mondo dell’università. Diritto alla cultura, ha spiegato, non è solo il “sacrosanto diritto per tutti di accedere allo studio”, ma significa “tutelare la sapienza, cioè un sapere umano e umanizzante”. “Troppo spesso si è condizionati da modelli di vita banali ed effimeri, che spingono a perseguire il successo a basso costo, screditando il sacrificio, inculcando l’idea che lo studio non serve se non dà subito qualcosa di concreto”, il grido d’allarme di Francesco: “No, lo studio serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita. È da reclamare il diritto a non far prevalere le tante sirene che oggi distolgono da questa ricerca”.

Due gli esempi citati dal Papa: “Ulisse, per non cedere al canto delle sirene, che ammaliavano i marinai e li facevano sfracellare contro gli scogli, si legò all’albero della nave e turò gli orecchi dei compagni di viaggio. Invece Orfeo, per contrastare il canto delle sirene, fece qualcos’altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene”. “Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo culturale con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione”, l’appello del Papa: “Armonizzando nella vita questa bellezza custodirete la cultura, quella vera. Perché il sapere che si mette al servizio del miglior offerente, che giunge ad alimentare divisioni e a giustificare sopraffazioni, non è cultura. Cultura – lo dice la parola – è ciò che coltiva, che fa crescere l’umano. E davanti a tanto lamento e clamore che ci circonda, oggi non abbiamo bisogno di chi si sfoga strillando, ma di chi promuove buona cultura. Ci servono parole che raggiungano le menti e dispongano i cuori, non urla dirette allo stomaco”.

“Non accontentiamoci di assecondare l’audience”, l’invito del Papa: “Non seguiamo i teatrini dell’indignazione che spesso nascondono grandi egoismi; dedichiamoci con passione all’educazione, cioè a trarre fuori il meglio da ciascuno per il bene di tutti. Contro una pseudocultura che riduce l’uomo a scarto, la ricerca a interesse e la scienza a tecnica, affermiamo insieme una cultura a misura d’uomo, una ricerca che riconosce i meriti e premia i sacrifici, una tecnica che non si piega a scopi mercantili, uno sviluppo dove non tutto quello che è comodo è lecito”.

Sir, 1 ottobre 2017

Leggi qui il testo integrale del discorso di papa Francesco: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-bologna-mondoaccademico.html