Nell’ambito del progetto multidisciplinare “I complessi monastici, centri di sviluppo economico e culturale nell’Europa medievale”, volto a ripercorrere la storia del monachesimo benedettino, i ragazzi delle classi seconde dell’Istituto comprensivo “Rocca-Bovio-Palumbo-D’Annunzio” di Trani hanno visitato il monastero delle Benedettine di San Ruggero a Barletta. Il progetto è stato promosso e curato dalle docenti IRC Mariella Capogrosso e Lucia Pastanella.
La storia riconosce all’ordine monastico fondato da San Benedetto il merito di aver contribuito a risollevare le sorti dell’Europa, in un periodo in cui era funestata da guerre, razzie e carestie. Nella pace delle abbazie, i monaci lavoravano instancabilmente per preservare la cultura e alimentare l’economia, in mille modi diversi: ricopiando antichi testi e custodendoli nelle grandi biblioteche, come facevano i monaci amanuensi; lavorando la terra, costruendo argini, bonificando paludi e acquitrini per coprirli di viti, ulivi e campi, promuovendo l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Non a caso, secondo tanti studiosi, proprio ai monaci dobbiamo la ricostruzione agraria e la diffusione dell’agricoltura in Europa. Inoltre, approfondendo la conoscenza delle proprietà benefiche delle erbe officinali, i monaci le hanno utilizzate per produrre rimedi medicamentosi, come unguenti, elisir, oli balsamici, digestivi, ecc. Al lavoro dei monaci sono attribuite anche le origini di prodotti di eccellenza come il parmigiano, diverse qualità di birra e molti vini e liquori.
L’antico complesso monastico di Barletta, risalente al XIV secolo, sorge nel cuore del centro storico della città, poco distante dalla cattedrale. Nella chiesa, intitolata al patrono di Barletta San Ruggero, oltre alle spoglie del santo vescovo di Canne della Battaglia, sono custodite due pregevoli tele del pittore pugliese Cesare Fracanzano, raffiguranti rispettivamente la Crocifissione e San Nicola di Mira. La preziosa volta a cassettoni mostra al centro un’immagine del martirio di Santo Stefano (da molti attribuita allo stesso Fracanzano), il santo a cui originariamente era intitolata la chiesa stessa.
La visita è cominciata con un breve incontro con Madre Anna Lucia, abbadessa della comunità monastica, la quale ha svolto egregiamente il compito di “guida turistica”, raccontando la storia del monastero, mostrandone le bellezze artistiche e storiche e rispondendo alle domande curiose dei ragazzi. Successivamente la visita è continuata in un’altra parte del monastero che, recentemente ristrutturata, è stata adibita a museo, biblioteca e laboratorio didattico.
Nella biblioteca del monastero, il cui patrimonio librario consta di più di 10.000 volumi moderni e di circa 200 antichi, i ragazzi hanno potuto ammirare la bellezza di alcuni libri manoscritti e stampati, risalenti al 1600, scansionati pagina per pagina e consultabili in formato digitale. Sotto la guida di giovani volontari dell’associazione ArcheoBarletta, si sono poi cimentati nell’arte della rilegatura, creando dei piccoli libri con le proprie mani. Nel museo, che custodisce molti degli attrezzi da lavoro utilizzati anticamente dalle monache per i propri manufatti (ricamo, filatura, tessitura, preparazione delle ostie, ecc.) i ragazzi hanno sperimentato la bellezza della tessitura a mano, su grandi telai di legno. Guidati dalle stesse monache, hanno creato dei piccoli manufatti su appositi mini-telai di legno, intrecciando i fili dell’ordito sulla trama già predisposta. Inoltre, approfittando del primo sole di primavera, si sono divertiti nell’orto, zappando la terra e interrando piccole piantine di ortaggi e semi. Infine, in molti hanno voluto portare a casa i gustosi biscotti di mandorle e i dolcetti di pasta reale preparati dalle monache.
Insomma, due belle mattinate trascorse lontano dalla routine quotidiana, respirando un senso di pace, in un ambiente in cui i ritmi sono più lenti ed è più facile riscoprire la bellezza delle cose semplici.