UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ora i doposcuola si mettono in rete

Milano, la “ricetta” di QuBì per i più fragili
21 Novembre 2022

Un aiuto concreto per oltre 5600 bambini che hanno bisogno di una mano per i compiti in famiglie con gravi situazioni socioeconomiche nei vari quartieri di Milano. Si chiama “Reti di Doposcuola” ed è costituito da 14 progetti nati dalla collaborazione tra vari doposcuola, che grazie al lavoro in sinergia, da oggi potranno rispondere in modo più efficace al bisogno crescente di supporto allo studio. Questo significa nuovi spazi e posti disponibili, nuovi educatori e figure professionali per il supporto allo studio di bambini con Dsa e Bes. Ma anche nuovi corsi pomeridiani per il rafforzamento della lingua italiana o per imparare a usare bene il computer. Un progetto da oltre 900mila euro che coinvolgerà 160 doposcuola, di cui 11 di nuovo avvio, con un aumento di circa il 20% dei beneficiari rispetto all’anno scolastico passato. Ogni doposcuola può contare su un finanziamento di 5.000 euro e di circa 30.000 euro se si mettono in atto azioni trasversali quali laboratori, azioni per chi ha difficoltà e disturbi dell’apprendimento, oltre a mediazioni culturali.

Le attività sono sostenute grazie al bando lanciato lo scorso aprile da Qu-Bì – La ricetta contro la povertà infantile, il programma promosso da Fondazione Cariplo (con il sostegno di Fondazione Peppino Vismara, Inte-sa Sanpaolo, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Fondazione Milano e Fondazione Snam) che dal 2018 opera a Milano per le famiglie con minori in situazioni di povertà attraverso un sistema di 23 reti che collegano oltre 400 organizzazioni in 25 quartieri della città.

Manuela Salari, referente del bando Doposcuola della rete QuBì di Villapizzone, spiega come i doposcuola in rete si supportino a vicenda: «Unendosi aumentano le conoscenze, ci si sente meno soli, si individuano le problematiche e si cercano insieme le soluzioni. Dove non arriva uno arriva l’altro. E quando si riceve una donazione il materiale viene distribuito per tutto il quartiere. Un approccio che rispecchia la filosofia QuBì che si pro-pone di “copiare” le buone prassi».

Il doposcuola sostiene gli scolari nel percorso educativo, ma è anche uno spazio di monitoraggio sui bisogni. L’Osservatorio Popolare QuBì ha realizzato, infatti, una ricerca specifica su ragazze e ragazzi dagli 11 ai 18 anni che frequentano i doposcuola di Milano per indagare alcuni aspetti del loro quotidiano. Dall’indagine è emerso che il 50% presenta due o più segnali di possibile povertà, come, ad esempio, la mancanza di vestiti in buone condizioni (3%), di materiale didattico (3%), di un computer da usare per la scuola o una connessione internet (10%), di un posto tranquillo per studiare (30%) o di attrezzature necessarie per praticare sport o hobby (25%). In questo contesto, per la quasi totalità dei minori (92%), il doposcuola è un luogo associato a sentimenti positivi e, nel 69% dei casi, un posto in cui «ci si sente accettati dagli educatori per quello che si è».

Ma questo spazio è anche un aiuto per le famiglie. «Sempre più spesso i genitori, impegnati con il lavoro, faticano ad affiancare i figli nello studio e questo servizio gratuito aiuta bambini e ragazzi a portare a casa il risultato – commenta Rossana Siboni, referente della rete QuBì di Doposcuola Municipio 8 -. Il doposcuola è anche un primo aggancio per altre iniziative di contrasto alla povertà culturale sempre più diffusa, senza contare che si supportano i genitori nel rapporto con gli insegnanti».

Giovanna Sciacchitano

Avvenire Milano, 20 novembre 2022