In una scuola dove la tecnologia sta prendendo sempre più piede, ora anche con l’ingresso dell’Intelligenza artificiale a scopo didattico, «non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati». È il monito lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri all’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico, svoltasi al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari, con la presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e di studenti e docenti di tante regioni italiane. E proprio l’utilizzo consapevole della tecnologia e dell’Intelligenza artificiale è stato il messaggio rilanciato durante la cerimonia “Tutti a scuola” - giunta alla XXIV edizione - attraverso gli interventi di scienziati, divulgatori e anche delle stesse scuole partecipanti.
«Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante – ha ricordato il Presidente –. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita. Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo». Soprattutto, ha ricordato Mattarella, «il futuro non deve incutere paura» e «il nodo della questione non riguarda le nuove scoperte e le nuove intuizioni, ma l’uso - benefico o fraudolento - che se ne intende fare», ha ammonito il Capo dello Stato. Aggiungendo: «I processi di conoscenza e di nuove opportunità non si arrestano: ma bisogna governarli e orientarli al bene comune». Con la consapevolezza che «senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso tecnologico che possa esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di soddisfazioni», ha ricordato il Presidente. Che ha richiamato l’urgenza di intervenire sul disagio giovanile: «È una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria», ha avvertito Mattarella.
Anche «l’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta», ha continuato il Presidente, ricordando che «sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori». «L’integrazione scolastica deve continuare a crescere nonostante le difficoltà – ha proseguito Mattarella –. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati».
Un impegno nel segno del rafforzamento della coesione sociale che, ha ribadito Mattarella, «passa anche dai territori» . «Ridurre i divari, che dal territorio si proiettano sugli stessi diritti di cittadinanza, è anche questo un compito a cui ci richiama direttamente la Costituzione», ha detto il Presidente. «La scuola, cioè l’apertura al mondo e al vivere sociale di bambini, adolescenti, giovani – ha sottolineato – va dotata delle strutture che favoriscano questo inserimento, comprendendo, oltre agli strumenti della didattica classica, la possibilità di avvicinarsi alla musica, alle arti, allo sport. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati». Così come «agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei – ha ricordato il Presidente –. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia».
Ma, ha richiamato Mattarella, «la scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato – ha ricordato il Presidente, anche alla luce di recenti fatti di cronaca –. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia», ha incoraggiato Mattarella. Che ha lanciato anche un messaggio alle famiglie: «I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere – ha concluso il Presidente della Repubblica –. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti».
Paolo Ferrario
Avvenire, 17 settembre 2024
(foto Presidenza della Repubblica)