UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Noi genitori pronti a collaborare per il bene dei nostri ragazzi»

Il presidente dell’Agesc Giancarlo Frare al ministro Bianchi: realizzare l’autonomia scolastica e la parità
19 Febbraio 2021

L’Agesc, tramite il presidente nazionale Giancarlo Frare, si congratula con il professor Patrizio Bianchi, nuovo ministro dell’Istruzione e si rende «disponibile a collaborare per il bene della scuola italiana tutta, delle famiglie e delle giovani generazioni». Inizia così la lettera che il presidente dell’Agesc ha appena mandato al nuovo ministro dell’Istruzione.

Comprendendo l’eccezionale momento che stiamo vivendo, Frare sottopone all’attenzione del ministro quanto l’Agesc va auspicando, da sempre ma in particolare negli ultimi mesi, vista la grande opportunità del Recovery Fund Next Generation Eu, riguardo agli interventi fondamentali per rilanciare il nostro sistema scolastico nazionale: l’attuazione dell’autonomia scolastica e della parità. Sono due capisaldi della scuola previsti dalla Costituzione e realizzati in gran parte d’Europa, che però in Italia, pur normati da due leggi specifiche ormai più di vent’anni fa, non hanno mai ottenuto i finanziamenti necessari. La situazione della scuola durante questo lungo periodo di pandemia ha dimostrato come una gestione centralistica e monopolistica dell’istruzione non sia in grado di rispondere adeguatamente. Ora i fondi messi a disposizione dall’Europa sono un’occasione per un cambio di passo in questa direzione per migliorare, attraverso l’autonomia, il pluralismo educativo e la vera libertà di scelta educativa, la qualità dell’intero sistema nazionale di istruzione.

Di questo ha bisogno il Paese. Ma in quale direzione sta andando il neonato governo Draghi per quanto riguarda il “nodo” scuola? «Bisogna recuperare le ore di scuola perse con la didattica a distanza tornare rapidamente a un orario scolastico normale», distribuirlo «su diverse fasce orarie», «fare il possibile per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà». «Rivedere il disegno del percorso scolastico annuale», «allineare il calendario alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia» e soprattutto orari extra per permettere agli studenti delle scuole superiori di recuperare. La stima è che almeno 600mila ragazzi siano stati svantaggiati con la didattica a distanza. Il problema è che finora è stata considerata “didattica” a tutti gli effetti».

Con queste parole al Senato, il premier Draghi ha messo sul tavolo un tema scottante: la necessità di tenere aperte le scuole. Draghi introduce il tema con maestria: prima elogia la tradizione umanistica dell’Italia e poi sottolinea la necessità di creare da subito la manovalanza dell’economia digitale ed ecologica anche investendo “nella formazione del personale docente”. Qui il suo discorso si fa molto preciso. «In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli istituti tecnici». In testa c’è il modello francese e tedesco, in cui per la metà del tempo (di solito 4 anni) gli studenti stanno in azienda. «È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale».

A questi istituti, la cui importanza è da anni segnalata da tutti i ministri, il recovery plan riserva 1,5 miliardi ma «senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate». Il rischio è che questa innovazione passi - come suggerisce anche il pensiero del neoministro dell’istruzione Bianchi nell’ultimo suo libro - per un ruolo attivo delle imprese nella scuola. Da alternanza scuola-lavoro a «integrazione scuola-lavoro». «Le difficoltà non sono distribuite in modo lineare in tutto il Paese ci sono zone emarginate come le montagne, i centri urbani, non tutti i territori sono nelle stesse condizioni noi ci mettiamo dalla parte dei territori con maggiori difficoltà. Abbiamo avuto delle perdite in questo periodo, voglio ringraziare tutto il personale, in questa fase difficile siete stati vicini ai ragazzi». Così conclude il neo ministro Bianchi. L’Agesc si augura di poter collaborare con il nuovo ministro in questa prospettiva di rinnovamento dalla base di tutto il sistema scolastico per dare una prospettiva alle nuove generazioni e all’Italia.

Avvenire, 19 febbraio 2021