UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Niente classi pollaio e nessuna scuola sarà chiusa»

La nota del dicastero di viale Trastevere dopo la decisione di quattro Regioni di ricorrere alla Corte Costituzionale
19 Febbraio 2023

«Niente classi pollaio: nessuna scuola sarà chiusa». Lo precisa il ministero dell’Istruzione e del merito, dopo la decisione di quattro Regioni governate dal centrosinistra (Campania, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna) di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il piano di dimensionamento scolastico del governo. « La norma non prevede chiusure di plessi scolastici, che rimarranno 40.466 – si legge in una nota de Mim -. Gli studenti continueranno ad andare nelle stesse strutture, avranno gli stessi laboratori, entreranno nelle stesse aule. L’intervento è invece previsto sulle strutture giuridiche, cioè sui dirigenti scolastici e sui direttori amministrativi, eliminando tra l’altro l’abuso della misura della “reggenza”, ovvero istituzioni scolastiche senza un titolare ma con un preside che dirige due scuole: oggi abbiamo 950 reggenze, dovrebbero diminuire in prospettiva di circa 500. Questa misura genera dei risparmi, che rimarranno a beneficio del mondo della scuola».

Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, a fronte delle cessazioni che porteranno il numero dei presidi dai 6.490 dell’anno scolastico 2024-2025 a 3.144 nel 2031-2032, «il Ministero ha già formalmente programmato un piano di assunzioni pluriennale di nuovi dirigenti scolastici che andranno a coprire i posti resi disponibili dai pensionamenti», prosegue il comunicato di viale Trastevere. «Se non fossimo intervenuti sarebbero andate perdute 90 posizioni in più, fra dirigenti scolastici e direttori amministrativi», aggiunge il Ministero. Che definisce «completamente infondato» l’allarme delle Regioni sulle cosiddette “classi pollaio”. «La misura normativa non incide in alcun modo sui criteri di formazioni delle classi, che continuano a essere regolati dalle specifiche disposizioni normative – ricorda il Ministero -. Al contrario, la norma permette alla Regioni di procedere a una pianificazione della rete scolastica adeguata alle esigenze locali, consentendo di istituire scuole autonome a prescindere dal numero di alunni che la frequentano e così valorizzare la specificità dei territori. Al riguardo, si ritiene utile precisare che sono state introdotte specifiche forme di tutela per salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei Comuni montani e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche».

Paolo Ferrario

Avvenire, 19 febbraio 2023