UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nei Collegi di merito l’università è comunità

Si tratta di 57 strutture residenziali per studenti in 18 città italiane
17 Luglio 2024

In Italia gli studenti fuorisede sono 450mila ma le residenze universitarie offrono appena una manciata di posti, circa 50mila: un numero insufficiente rispetto alla mole delle richieste. I giovani non hanno altra scelta che cercarsi una casa qualsiasi in affitto e spendere, in media, per una stanza singola, le utenze e i pasti, tra i 7mila e i 9.500 euro all’anno. Se l’emergenza abitativa che riguarda le città universitarie è nota, forse meno conosciuta è la soluzione offerta dai Collegi Universitari di Merito, 57 strutture residenziali per studenti in 18 città italiane, gestite da una ventina di Fondazioni e organizzazioni no profit che condividono uno standard di accoglienza ma soprattutto l’idea che tutti i giovani – compresi quelli senza mezzi economici – abbiano diritto a una formazione umana e scolastica di eccellenza.

Per accedere ai collegi bisogna rispondere a un bando e superare la selezione sul merito, sulla motivazione e sul reddito. La procedura per essere ammessi è appena stata pubblicata: in palio ci sono oltre mille posti, da Milano, Roma, Padova e Trieste fino a Napoli e Palermo. – ci spiega Carla Bisleri, vicepresidente della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito e direttrice del Collegio Lucchini di Brescia – entra in graduatoria chi ha preso almeno 85 all’esame di maturità; ma non facciamo fatica a trovare ragazzi meritevoli. Posso testimoniare che esistono molti giovani che non fanno rumore, si impegnano e ottengono risultati importanti».

I costi variano a seconda dell’ISEE, in alcuni casi sono coperti interamente da borse di studio e comprendono l’accesso a una stanza singola o doppia, ad aule studio, biblioteca, cucina o mensa. Ma l’offerta dei collegi – illustra Bisleri – va ben oltre i servizi fisici. Non è solo un alloggio, accedervi significa entrare in comunità umana e di studio. Al pomeriggio sono proposte attività formative obbligatorie, che si aggiungono al normale curriculum universitario: il programma prevede laboratori e conferenze con professionisti, personaggi delle istituzioni e imprenditori che portano la loro testimonianza e intervengono su vari temi di attualità, dalla geopolitica alle scienze applicate. I ragazzi hanno accesso anche ad esperienze di mobilità

internazionale come visite studio e gemellaggi oltre che a un servizio di orientamento al lavoro e di supporto psicologico. Il valore aggiunto del vivere in collegio lo dà però soprattutto la vita in comune che accresce e affina le doti relazionali, l’abilità a risolvere i problemi e l’attitudine al gioco di squadra».

Mutuo aiuto, interculturalità e partecipazione: il modello dei Collegi di merito recupera l’organizzazione più tradizionale delle università, che fin dagli inizi erano luoghi culturali di incontro e scambio. È un approccio prezioso oggi, opposto alla solitudine che affligge sempre più giovani e significativo anche rispetto alla formazione a distanza. I dati dicono che tra il 2021 e il 2022 in Italia le iscrizioni ad atenei telematici sono aumentate del 410,9% portando all’11,5% la percentuale degli universitari che risulta iscritto a corsi da remoto. Non demonizziamo le lezioni online – commenta Bisleri – ma crediamo che l’università non ne debba abusare se non vuole snaturarsi». Anche perch, il metodo - opposto – dei Collegi è lì ad esempio di un approccio che sembra proprio funzionare. Un recente sondaggio svolto tra gli ospiti ha svelato infatti che il 95,3% di chi vi risiede conclude gli studi nei tempi previsti e il 97,5% ottiene un lavoro entro un anno della laurea.

A me il collegio ha cambiato la vita» racconta entusiasta Enrico Ancona, 21 anni, che frequenta il terzo anno di Economia in Bocconi ed è uno dei 35 residenti presso il Collegio di merito Castelbarco di Milano della Fondazione Rui. Sono arrivato qui da Canicattì: stavo cercando casa a Milano e mio padre mi segnalò questa soluzione. All’inizio ero titubante, poi ho approfondito, ho fatto domanda e superato il colloquio. Non solo si tratta di un posto molto bello e organizzato ma anche un luogo dove formarsi a tutto tondo e crescere. Incontri persone di ogni genere, ti apri al dialogo, metti in discussione chi sei, scopri nuovi interessi e crei una rete di amicizie profonde e internazionali. Rispetto a chi vive in uno studentato o in appartamento, gli avvenimenti e incontri si moltiplicano: è una vita stimolante e piena».

Ilaria Beretta

Avvenire, 13 luglio 2024