In Italia gli studenti fuorisede sono 450mila ma le residenze universitarie offrono appena una manciata di posti, circa 50mila: un numero insufficiente rispetto alla mole delle richieste. I giovani non hanno altra scelta che cercarsi una casa qualsiasi in affitto e spendere, in media, per una stanza singola, le utenze e i pasti, tra i 7mila e i 9.500 euro all’anno. Se l’emergenza abitativa che riguarda le città universitarie è nota, forse meno conosciuta è la soluzione offerta dai Collegi Universitari di Merito, 57 strutture residenziali per studenti in 18 città italiane, gestite da una ventina di Fondazioni e organizzazioni no profit che condividono uno standard di accoglienza ma soprattutto l’idea che tutti i giovani – compresi quelli senza mezzi economici – abbiano diritto a una formazione umana e scolastica di eccellenza.
Per accedere ai collegi bisogna rispondere a un bando e superare la selezione sul merito, sulla motivazione e sul reddito. La procedura per essere ammessi è appena stata pubblicata: in palio ci sono oltre mille posti, da Milano, Roma, Padova e Trieste fino a Napoli e Palermo. – ci spiega Carla Bisleri, vicepresidente della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito e direttrice del Collegio Lucchini di Brescia – entra in graduatoria chi ha preso almeno 85 all’esame di maturità; ma non facciamo fatica a trovare ragazzi meritevoli. Posso testimoniare che esistono molti giovani che non fanno rumore, si impegnano e ottengono risultati importanti».
I costi variano a seconda dell’ISEE, in alcuni casi sono coperti interamente da borse di studio e comprendono l’accesso a una stanza singola o doppia, ad aule studio, biblioteca, cucina o mensa. Ma l’offerta dei collegi – illustra Bisleri – va ben oltre i servizi fisici. Non è solo un alloggio, accedervi significa entrare in comunità umana e di studio. Al pomeriggio sono proposte attività formative obbligatorie, che si aggiungono al normale curriculum universitario: il programma prevede laboratori e conferenze con professionisti, personaggi delle istituzioni e imprenditori che portano la loro testimonianza e intervengono su vari temi di attualità, dalla geopolitica alle scienze applicate. I ragazzi hanno accesso anche ad esperienze di mobilità
internazionale come visite studio e gemellaggi oltre che a un servizio di orientamento al lavoro e di supporto psicologico. Il valore aggiunto del vivere in collegio lo dà però soprattutto la vita in comune che accresce e affina le doti relazionali, l’abilità a risolvere i problemi e l’attitudine al gioco di squadra».
Mutuo aiuto, interculturalità e partecipazione: il modello dei Collegi di merito recupera l’organizzazione più tradizionale delle università, che fin dagli inizi erano luoghi culturali di incontro e scambio. È un approccio prezioso oggi, opposto alla solitudine che affligge sempre più giovani e significativo anche rispetto alla formazione a distanza. I dati dicono che tra il 2021 e il 2022 in Italia le iscrizioni ad atenei telematici sono aumentate del 410,9% portando all’11,5% la percentuale degli universitari che risulta iscritto a corsi da remoto. Non demonizziamo le lezioni online – commenta Bisleri – ma crediamo che l’università non ne debba abusare se non vuole snaturarsi». Anche perch, il metodo - opposto – dei Collegi è lì ad esempio di un approccio che sembra proprio funzionare. Un recente sondaggio svolto tra gli ospiti ha svelato infatti che il 95,3% di chi vi risiede conclude gli studi nei tempi previsti e il 97,5% ottiene un lavoro entro un anno della laurea.
A me il collegio ha cambiato la vita» racconta entusiasta Enrico Ancona, 21 anni, che frequenta il terzo anno di Economia in Bocconi ed è uno dei 35 residenti presso il Collegio di merito Castelbarco di Milano della Fondazione Rui. Sono arrivato qui da Canicattì: stavo cercando casa a Milano e mio padre mi segnalò questa soluzione. All’inizio ero titubante, poi ho approfondito, ho fatto domanda e superato il colloquio. Non solo si tratta di un posto molto bello e organizzato ma anche un luogo dove formarsi a tutto tondo e crescere. Incontri persone di ogni genere, ti apri al dialogo, metti in discussione chi sei, scopri nuovi interessi e crei una rete di amicizie profonde e internazionali. Rispetto a chi vive in uno studentato o in appartamento, gli avvenimenti e incontri si moltiplicano: è una vita stimolante e piena».
Ilaria Beretta
Avvenire, 13 luglio 2024