UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Tardelli alla scuola, parole per ricominciare

Il vescovo di Pistoia si rivolge al mondo dell’educazione per dire grazie e chiedere impegno, fiducia, servizio, gratitudine, pazienza
15 Settembre 2021

Il saluto di un amico per l’inizio dell’anno scolastico. È il saluto che il vescovo Fausto rivolge al mondo della scuola in occasione della ripresa delle lezioni. Una breve lettera rivolta a tutti: studenti, docenti, dirigenti, operatori e collaboratori scolastici, credenti e non credenti che consegna — scrive il vescovo — «il semplice saluto di un amico che è chiamato a servire il popolo cristiano ma al quale sta anche a cuore il futuro di tutti i nostri ragazzi, chiunque essi siano, qualsiasi credo abbiano».

Parole che arrivano in una stagione difficile, pesantemente segnata dalla pandemia e dalle criticità che l’isolamento e il contagio hanno provocato. «Il mio saluto — continua Tardelli — nasce dal bisogno di dire un grazie sincero a tutti coloro che operano nella scuola e dal desiderio di sostenere il vostro sforzo in questo tempo non facile. Sono anche convinto che l’emergenza educativa e culturale che credo sia sotto gli occhi di tutti, chieda uno sforzo comune, una alleanza che ci raccolga insieme per cercare con onestà e dedizione quello che è meglio per il futuro dei nostri ragazzi e quindi della società». Un appello a fare fronte comune davanti alle difficoltà più impellenti, a pensare insieme un futuro condiviso e sempre più globale. «Siamo all’inizio di una ripartenza, dopo un periodo duro di pandemia che tutti speriamo si concluda al più preso, e anche io, come vescovo di Pistoia, entro in punta di piedi per condividere con voi l’impegno per il bene comune. Bene comune è una espressione molto usata ma non per questo meno significativa. Siamo a costruire il bene di tutti, della comunità. Siamo il villaggio che è necessario, secondo il famoso proverbio africano, per educare il bambino».

Tardelli invita a ripartire da cinque parole che possono toccare ogni aspetto del mondo della scuola: impegno, fiducia, servizio, gratitudine, pazienza. «Agli studenti — scrive il vescovo — vorrei dire la parola impegno, per imparare a mettere a frutto il meglio di sé. Ai genitori invece vorrei dire di avere fiducia, a cui l’ufficio diocesano per la pastorale scolastica ha dedicato un testo di approfondimento». «Servizio è invece la parola che mi è particolarmente cara e che condivido con tutti i docenti. Non c’è parola migliore per indicare alla fine “il mestiere” dell’insegnante».

Tra i docenti il vescovo Fausto ringrazia in maniera speciale i docenti di religione cattolica: «in forza— scrive — del particolare legame anche normativo che ci lega, per il vostro impegno di fronte all’emergenza educativa e di fronte alle sfide di nuove fragilità e povertà che si incarnano nei volti di un numero sempre maggiore di alunni. L’invito più forte che vi faccio è di mettervi con generosità a servizio delle vostre scuole e dei vostri dirigenti dimostrando nei fatti che l’insegnamento della religione cattolica, non impoverisce ma arricchisce la scuola e il processo educativo». Accanto ai docenti Irc non manca il saluto ai «collaboratori scolastici e amministrativi, per i quali la parola non può che essere “gratitudine”». «Infine — conclude Tardelli — una parola di cui conosco il peso, ma tanto importante: pazienza. La parola giusta per tutti i dirigenti scolastici che portano spesso un peso davvero grande e una responsabilità non da poco».

Edoardo Baroncelli, direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica e del servizio per l’insegnamento della Religione cattolica ha affidato a una nota allegata al messaggio alcune riflessioni e messaggi attorno le cinque parole indicate dal vescovo Tardelli. Baroncelli ricorda agli studenti il valore dell’impegno: «Impegnarsi comporta l’esperienza del bisogno degli altri, di affrontare insieme le sfide, di avere amici». La parola “fiducia” invita i genitori a dare il proprio contributo in modo costruttivo «conservando la fiducia nella scuola come comunità educante e a volte sfidante per i vostri figli. Abbiate fiducia — prosegue Baroncelli — nella capacità della scuola di essere accogliente e inclusiva, grazie a tanta generosità di impegno che vi potrete trovare. Mantenete questa fiducia anche davanti alle difficoltà che ogni processo di educazione e di formazione autentico mette davanti ai vostri figli». Ai docenti è rivolta la parola “servizio”, che «significa — tra l’altro — tenere lo sguardo sulle potenzialità dei vostri alunni».

Restano poi la gratitudine per amministrativi e collaboratori scolastici, presenze fondamentali della scuola, protagonisti di un lavoro nascosto, ma mai scontato e capace di incidere nel percorso degli studenti: «nella loro vita — spiega Baroncelli — resterà sempre un pezzo di voi: di una pratica che avete svolto con cura, di un’aula preparata pulita e accogliente, di un adempimento ben svolto anche se vi poteva sembrare inutile». La pazienza, infine, è rivolta principalmente ai dirigenti scolastici: una virtù, che, come dice il Santo Padre, è propria «“della gente che è in cammino”, che sa dove andare, con chi andare e perché sta camminando».

Ugo Feraci

La Vita – Pistoia Sette, 12 settembre 2021