«Cari ragazzi e ragazze, vorrei salutarvi con affetto nei primi mesi di questo anno scolastico inedito, in cui molte scuole sono chiuse e la didattica si svolge a distanza. Il Covid - 19 ha colpito tutto il mondo, provocando la malattia di molti, la morte di altri e peggiorando una situazione sociale, che in Italia era già precaria da tempo. Molti giovani si sono ammalati gravemente anche se il numero maggiore di vittime lo stiamo registrando nella popolazione anziana. Un dato mi ha colpito molto: più della metà dei decessi in Italia e in Europa è avvenuta negli istituti per gli anziani. Non vi sembra una contraddizione? Non erano questi i luoghi in cui gli anziani dovevano essere protetti? Quello che sta accadendo è come un incubo che ci ha fatto prendere coscienza di alcune verità: penso, per esempio, a quanto fosse preziosa la normalità che vivevamo e che non dobbiamo dare più per scontata, impegnandoci ad essere persone più umane giorno dopo giorno, seguendo anche l’esempio dei Santi. Vi vorrei proporre un nome: Carlo Acutis, un giovane che aveva la passione per internet e proponeva sui social contenuti positivi che aiutassero a vivere con gli altri invece che limitarsi soltanto a like, insulti e prepotenze. E’ morto a 15 anni dopo una leucemia fulminante. Ha scritto: “Tutti nasciamo originali, molti muoiono fotocopie”. A volte si diventa fotocopie, condividen- do pensieri e parole, senza fermarsi a riflettere, senza informarsi se quella notizia sia vera o no, giusto per avere un consenso con un semplice like. Che senso ha cercare il successo a tutti i costi con un like, se è pure malevolo e sprezzante?
Il virus sta contagiando un corpo dietro l’altro molto velocemente, senza tenere conto delle differenze che arricchiscono la nostra società: quella della pelle, della lingua parlata, della religione professata, del lavoro svolto. Il contagio è universale e ci dimostra ancora una volta che siamo una sola famiglia umana anche se nessuno di noi è la fotocopia dell’altro (per fortuna!). In questa situazione è ancora attuale essere razzisti? Io penso di no! Dovremmo piuttosto essere solidali gli uni con gli altri, aiutando chi si trova nel bisogno più di noi come ha fatto Gesù nella sua vita. Gli esperti hanno ingaggiato una corsa contro il tempo per trovare un vaccino e presto, speriamo, almeno i Paesi i ricchi lo avranno a disposizione. Tuttavia altre pandemie potrebbero diffondersi nel futuro perché esse sono la conseguenza di un rapporto predatorio dell’uomo nei confronti della natura. Papa Francesco ha richiamato tutti ad una conversione ecologica e so che voi avete preso sul serio il suo appello, chiedendo di rispettare il creato anche attraverso delle manifestazioni pubbliche. Vi incoraggio a continuare su questa strada con perseveranza e pazienza cercando l’alleanza con il mondo degli adulti. Rispettate in maniera vera e seria le regole che ci sono date, per evitare che il contagio si diffonda ulteriormente e metta in pericolo la vita soprattutto degli anziani e dei fragili. Chi pensa che questa pandemia sia solo un’influenza qualsiasi, dovrebbe chiedere a chi è stato intubato che cosa significa e metterla di diffondere fake news ci si dovrebbe vergognare soprattutto davanti a chi soffre e di chi è morto!
Cari amici, i tempi sono maturi per rispondere personalmente al cambiamento che vogliamo vedere negli altri e nel mondo. Qual è il primo passo? Da uomo di fede, ho potuto sperimentare nella mia vita la forza della preghiera. So che molti di voi non pregano o non sanno come farlo, ma un buon modo per cominciare è quello di chiedere al Signore: “Signore, insegnami a pregare!”. Pregare non vuol dire solo parlare a Dio, ma anche leggere la Parola che ci ha donato. Anche qui, so che molti di voi non leggono la Bibbia e quando l’hanno fatto, si sono trovati di fronte ad un testo che sembrava difficile da capire. Sono disponibile ad aiutarvi nella lettura e nella comprensione perché ho dedicato ad essa molti anni di studio e di insegnamento universitario”.
Mons. Ambrogio Spreafico