“Adottare in modo simbolico, ma realissimo, una persona che per le sue condizioni sociali risulta ‘invisibile’: ad esempio “si potrà inserire nella propria spesa settimanale uno o due generi di ‘conforto’ da destinare a chi da solo non ce la fa”. E’ il primo dei due gesti “concreti” indicati dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia nella nuova lettera pastorale per la ripresa. “Non possiamo far finta di non vedere”, avverte.
Aprire le strutture parrocchiali alle scuole per offrire degli spazi in più, in considerazione delle indispensabili misure di distanziamento, è il secondo gesto indicato dal patriarca. La ripartenza del mondo della scuola, spiega, “è un importante banco di prova per l’intero paese. Fallire in tale ambito sarebbe un segnale negativo per tutti”. “Se le nostre collaborazioni parrocchiali, istituti religiosi, associazioni avessero spazi idonei non usati, sarebbe opportuno renderli fruibili per consentire lo svolgimento di attività didattiche e formative che altrimenti non potrebbero essere garantite”, scandisce il patriarca richiamando inoltre il servizio offerto, particolarmente in Veneto, dalle scuole paritarie.
L’invito, infine, alla politica, ad “operare in modo più condiviso” di fronte all’emergenza economica”, riservando inoltre “maggiore attenzione ai giovani, al mondo della scuola e all’università”. Secondo Moraglia, “è compito della politica operare una sintesi capace di progettualità, mirando non al facile consenso ma ad interventi ‘strategici’, in grado di ‘pensare’ il futuro oltre l’orizzonte dell’oggi. Non possiamo consegnare ai nostri giovani un paese gravato da un ingente debito pubblico, da disoccupazione e senza una visione e un sogno”.
Sir, 27 agosto 2020